Ucciso a Cagliari per lite su Facebook, l’omicida: “Ho sparato per paura”

Sta parlando ormai da ore davanti al gip del tribunale di Cagliari Roberto Cau, Martin Aru, il 24enne reo confesso dell’omicidio di Sandro Picci, pregiudicato di 47 anni ucciso per errore domenica 9 ottobre nel quartiere di Is Mirrionis. Il giovane è sotto interrogatorio in carcere a Uta, con lui il difensore Marco Fausto Piras e il pm titolare dell’inchiesta, Guido Pani. Poi toccherà al padre, Massimiliano, accusato di concorso nel delitto e assistito dall’avvocato Stefano Siotto Pintor.

Vista l’ampia confessione resa quando si è costituito, Martin Aru starebbe confermando al giudice per le indagini preliminari quando detto agli investigatori. “Ho sparato per paura, l’uomo di fronte a me stava estraendo qualcosa dalla cintola”, ha detto nelle sue prime dichiarazioni. Ma ha colpito la persona sbagliata, Picci, sul posto probabilmente per sedare gli animi e finito nella traiettoria della pallottola esplosa dalla pistola di Aru. Un unico colpo, fatale, che ha trafitto il labbro, è entrato in bocca è si poi conficcato nel cranio. Il giovane cercherà poi di alleggerire la posizione del padre: “mi ha solo accompagnato, la frusta che aveva in mano l’aveva tolta a me per impedirmi di fare sciocchezze”, ha dichiarato subito dopo l’arresto. A scatenare il delitto un post su Facebook, seguito da una lite sulla chat di WhatsApp, ritenuto da Aru un insulto così pesante da doversi vendicare con una spedizione punitiva.

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