Ucciso a Cagliari per aver fatto da paciere, condannati padre e figlio

Si chiuso con la condanna di entrambi gli imputati, padre e figlio, il processo in abbreviato davanti alla Gup del tribunale di Cagliari, Lucia Perra, per l’omicidio di Sandro Picci: il 9 ottobre 2016, il giovane era intervenuto per sedare una lite nel quartiere popolare di Is Mirrionis, finendo per essere raggiunto da un colpo di pistola, per lui letale. La giudice ha così inflitto 14 anni di carcere per Martin Aru – due in più rispetto alla richiesta del Pm Guido Pani – e 10 per il padre, Massimiliano Aru. È stata inoltre riconosciuta una provvisionale di 200mila euro alle parti civili: 30mila euro alla moglie della vittima, altrettanti per ciascuno dei 4 figli e 10mila euro a testa per altri 4 parenti.

Tra novanta giorni le motivazioni della sentenza, poi i difensori potranno presentare ricorso in appello. Il 9 ottobre di due anni fa, dopo un battibecco su Facebook, Martin Aru si era presentato dal rivale per regolare i conti, venendo però minacciato e picchiato. Tornare a casa, si era ripresentato sul posto col padre e con la pistola. Sandro Picci era lì, si è messo in mezzo tra i due contendenti tentando di fare da paciere, quando è partito un colpo e lui è rimasto ucciso. Secondo la difesa, Martin Aru era stato attraversato da “uno stato di rabbia e paura” e aveva reagito esplodendo “un solo colpo, sbagliando soggetto”.

 

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