Uccise la fidanzata durante una vacanza in Sardegna, Pm chiede 30 anni

Condannate Dimitri Fricano a 30 anni di carcere“. È questa la richiesta del pm Riccardo Belfiori al termine della sua requisitoria davanti al gup del Tribunale di Nuoro, Mauro Pusceddu, che oggi deciderà le sorti del 30enne di Biella, reo confesso dell’omicidio della fidanzata 28enne Erika Pretti, uccisa il 12 luglio 2017 in una casa di San Teodoro, dove la coppia era in vacanza. Secondo il magistrato, Fricano era perfettamente in grado di intendere e di volere quando ha commesso il delitto. Per il pubblico ministero ciò è dimostrato dalle perizie, ha ricordato il Pm, commissionate dal giudice e dalla pubblica accusa.

Relazioni depositate agli atti e contestate dalla difesa (avvocati Roberto Onida e Alessandra Guarini) e dai consulenti di parte, secondi i quali l’imputato al momento del fatto presentava “una sintomatologia tale da compromettere in modo parziale la capacità di volere”. Fricano, su cui pende l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà con la simulazione della rapina, oggi non è presente in aula.

Anche per gli avvocati di parte civile, Chiara e Lorenzo Soro, che tutelano i genitori di Erika, Fabrizio Pretti e Tiziana Suman (entrambi erano presenti in aula), l’imputato non è affetto da alcuna infermità mentale. “Fricano ha reso una confessione piena davanti al Procuratore di Biella Teresa, Angela Camelio – ha ribadito nella sua arringa Lorenzo Soro – ammettendo di aver ucciso Erika e di aver studiato il depistaggio, dicendo che sarebbe stato un ladro ad uccidere in seguito a una rapina. Circostanza che parzialmente ritratta nella perizia psichiatrica dicendo che non ricorda niente del momento del delitto”.

La difesa: lo scompenso emotivo e la difesa da una coltellata. “Chiediamo una pena contenuta per Dimitri Fricano perché ha agito in stato di ira determinato da un fatto ingiusto altrui, per il comportamento del nostro cliente che ha confessato e perché al momento del delitto era in stato di scompenso emotivo“: sono i tre punti su cui hanno fatto leva i difensori del 30enne di Biella reo confesso, nella arringa prima che il Gup Mauro Pusceddu si ritirasse in camera di consiglio. Per gli avvocati Alessandra Guarini e Roberto Onida, Fricano quella mattina “non ha reagito ai futili motivi della caduta delle briciole di pane ma ha reagito alla coltellata che gli è stata inferta dalla fidanzata”. “La nostra tesi, costruita anche con le risultanze del Ris, è che l’esordio della lite e dell’aggressione è di Erika – hanno aggiunto ancora i legali – chiediamo per questo una pena ridotta. Ma la chiediamo anche in virtù del vizio parziale di mente di natura transitoria legato alla capacità di volere di Dimitri”. La sentenza è attesa dopo le 17.30.

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