Anna Todde, originaria di Goni ma residente a Torino, ha avuto giustizia a distanza di quindici anni dal suo omicidio, avvenuto in Austria, nella regione della Carinzia, il 4 ottobre del 2008: l’alora fidanzato, un marocchino 48enne che vive anche lui nel capoluogo piemontese, è stato condannato all’ergastolo.
Il fine pena mai è arrivato per Brahim Aboulakjam: lui, che è rinchiuso in un carcere elle Vallette a Torino per questioni di droga, si era sempre dichiarato innocente. Invece la verità è un’altra: è stato lui quella sera di ottobre a cospargere si benzina il corpo di Anna e darlo alle fiamme, in modo da cancellare ogni traccia del delitto. Ma non ha fatto solo questo il 48enne: lui voleva sbarazzarsi di quella donna perché prima l’aveva strangolata e poi aveva ulteriormente infierito con quattro colpi di pistola.
Il verdetto contro il marocchino è stato pronunciato dai giudici togati e da quelli popolari di Klagenfurt, il capoluogo della Corinzia, competente a trattare l’omicidio visto che Anna era stata uccisa lì (foto dal quotidiano La Stampa). Il pronunciamento non è stato unanime. L’ergastolo per il 48enne è stato deciso dalla maggioranza della Corte.
Anna Todde aveva 49 anni quando venne uccisa. A Torino viveva nel quartiere di Santa Rita. Il suo cadavere carbonizzato fu trovato sulle sponde del fiume Drava, nella città di Völkermarkt (foto di copertina), da un ciclista. Il caso è stato riaperto un anno fa, quando il Dna del marocchino è stato considerato compatibile con le tracce trovate sul corpo della donna originaria di Goni, piccolo Comune nella provincia del Sud Sardegna.