Tuxiveddu, Soru: “Alla Regione verrà restituito il maxi indennizzo da 84 mln”

L’ex presidente Cappellacci spopola nella stampa odierna e mi incolpa per i circa 84 milioni di euro che la Regione è stata chiamata a pagare in seguito ad un lodo arbitrale sulla mancata attuazione dell’accordo di programma per Tuvixeddu che, come è noto, prevedeva l’edificazione di circa 320 mila metri cubi di cemento su un’area di inestimabile valore storico e paesaggistico nel centro di Cagliari”. Così l’ex presidente della regione a attuale europarlamentare, Renato Soru, prende posizione con un lungo post su Facebook in merito sul maxi indennizzo verso dalla Regione al costruttore cagliaritano Gualtiero Cualbu. Soru era il capo della Giunta sarda quanto si aprì il contenzioso.

Cappellacci – scrive l’esponente del Pd – non si è ancora rassegnato ad aver malamente perso le elezioni nonostante il grande impegno clientelare e propagandistico profuso negli anni, alternando la servile accondiscendenza a ogni volere di Berlusconi e alle sue pericolose amicizie con la più estrema demagogia ribellistica. Per questo anche oggi non perde occasione per continuare a imbrogliare i sardi e mi costringe a ribadire cose già note”.

Ecco la spiegazione di Soru: “In questi ultimi anni diverse sentenze del Tar e del Consiglio di Stato hanno definitivamente confermato la validità dei vincoli imposti dal Piano Paesaggistico Regionale sul colle, e la conseguente cancellazione di ogni possibilità edificatoria. Il giudice naturale ha definitivamente cancellato i progetti senza che niente possa essere preteso da privati. Ma Cappellacci, pur di strumentalizzare politicamente un lodo come si vedrà sconcertante, sconfessa se stesso e la sua passata amministrazione che correttamente, con i propri uffici legali interni, ha sempre affermato nel corso del giudizio arbitrale e nei propri scritti difensivi, la piena condivisibilità delle pronunce dei giudici amministrativi di primo e di secondo grado e l’assoluta inesistenza di alcuna ragione di danno in capo all’imprenditore privato”.

Il post continua così: “Ancora una volta in contrasto con le opinioni propagandistiche di Cappellacci, la Regione ha impugnato davanti al giudice ordinario la decisione del Collegio di arbitri privati al fine di far accertare la piena legittimità del precedente operato e quindi la illegittimità di quanto stabilito dal collegio arbitrale. Infatti, il giudizio arbitrale prevede il rimborso di un danno subito dall’impresa, pur avendo il giudice naturale, come abbiamo detto, negato il diritto dell’impresa alla realizzazione delle cubature reclamate. Immagino che la maggior parte dei semplici cittadini come me si domandino perché la Regione, un pezzo dello Stato, nel momento in cui firma un accordo con un privato, debba in caso di lite rivolgersi ad un arbitrato privato invece che al giudice naturale”.

Soru scrive ancora: “Sul comportamento scandaloso di molte pubbliche amministrazioni di rivolgersi nel passato a giudizi arbitrali di questo tipo, normalmente usato dalle aziende private, invece che ai tribunali naturali, sono state scritte anche di recente molte pagine di denuncia: credo sia opportuno andare a vedere chi firmò l’accordo di programma che prevedeva il ricorso al lodo arbitrale e le motivazioni di una scelta tanto insensata. Il nostro è comunque uno Stato di diritto e non se ne potrà prescindere. In virtù della legge, il Tribunale di Cagliari e il Consiglio di Stato hanno già stabilito la legittimità dei comportamenti dell’amministrazione regionale nella passata legislatura di centrosinistra, e certamente i Tribunali ordinari annulleranno la decisione del Collegio arbitrale e le somme provvisoriamente assegnate al privato dovranno essere restituite”.

L’europarlamentare aggiunge: “Il risultato di questo lodo è solo un altro episodio di una lunga serie di schermaglie in questa lunghissima vicenda, che aggiunge confusione e difficoltà all’Amministrazione ma che non porterà a niente di definitivo e concreto. Nonostante le accuse di Cappellacci, sono orgoglioso che dal lavoro della nostra Giunta e di quello di tante associazioni, che per anni si sono impegnate in questa battaglia, il colle sia stato definitivamente salvato. Sono orgoglioso che le tantissime persone che anche recentemente hanno potuto visitare il colle abbiano provato l’emozione di visitare uno dei grandi luoghi della memoria del Mediterraneo e non un giardino condominiale”.

Questa la conclusione: “Cappellacci denuncia che per colpa mia la Sardegna perderà 84 milioni di euro. La verità è che questo non accadrà, in quanto la Corte d’Appello saprà certamente travolgere l’irragionevole decisione del collegio arbitrale, non a caso assunta a maggioranza e non all’unanimità con il palese dissenso dell’unico componente togato: questo perché la decisione dell’arbitro è in manifesto contrasto con le precedenti sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale e del Consiglio di Stato che avevano riconosciuto la piena legittimità dell’operato della giunta da me presieduta. Oggi invece possiamo quantificare concretamente in molti miliardi di euro il costo concreto, per i sardi, di cinque anni di Amministrazione Cappellacci. I sardi, alla fine, non pagheranno in modo definitivo gli 84 milioni previsti dall’Arbitrato a favore dell’ impresa. Ma certamente hanno già pagato una cifra enorme, a causa della mala gestione di Cappellacci e della sua passata Amministrazione”.

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