“Dopo aver utilizzato tutti gli strumenti politici a nostra disposizione senza aver ottenuto alcuna risposta da parte della Regione, abbiamo deciso di presentare un esposto alla Procura per denunciare la gravissima situazione di blocco totale degli interventi eseguiti dall’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari”.
Così Desirè Manca, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, annuncia di aver portato all’attenzione della magistratura il caso degli interventi di ricostruzione post tumore alla mammella nell’ospedale sassarese. Manca ha inoltre presentato una mozione che impegna il presidente Solinas e l’assessore regionale alla Sanità Nieddu ad attivarsi immediatamente per la ripresa delle operazioni.
“Lo scorso 7 giugno – spiega Manca – presentai un’interrogazione per chiedere l’immediata ripartenza degli interventi, e da allora sono trascorsi oltre quattro mesi di totale immobilismo. La situazione non solo è rimasta invariata ma è nettamente peggiorata, perché le liste d’attesa sono diventate ancora più lunghe. Le tante pazienti che stavano già attendendo, alcune anche da quasi quattro anni, di poter completare l’intervento di ricostruzione mammaria con l’inserimento della protesi definitiva, sono state costrette a sopportare ulteriori mesi di dolori atroci”.
“Nonostante il ridotto afflusso di pazienti covid – prosegue -, all’Aou l’attività del reparto di Chirurgia resta incomprensibilmente paralizzata. Gli interventi di chirurgia vengono eseguiti in una sola sessione a settimana che talvolta si riduce a mezza giornata. Le liste d’attesa sono chilometriche, basti pensare che per i tumori cutanei si può attendere dai quattro ai cinque mesi e per i melanomi urgenti addirittura due mesi”.
“Ci troviamo in una situazione insostenibile – conclude la consigliera -. Delle otto sale operatorie presenti, che dovrebbero essere attive a pieno regime, due sono chiuse in quanto dedicate alle eventuali emergenze, e delle restanti sei soltanto tre sono aperte perché le altre tre sono chiuse per mancanza di anestesisti. Tra l’altro, gli anestesisti che prima dell’emergenza covid erano in servizio, oggi non lo sono, e non si capisce quale sia il motivo”.