Tumore al polmone, 10mila nuovi casi all’anno in Sardegna: la sigaretta resta la prima causa

Circa 41mila nuove diagnosi e una media di 30 mila decessi all’anno in Italia. La sopravvivenza a 5 anni dei pazienti colpiti da neoplasia al polmone è pari al 15% negli uomini e 19% nelle donne, influenzata negativamente dalla grande proporzione di pazienti che ricevono una diagnosi di malattia in stadio avanzato. Gli ultimi dati pubblicati dall’Istituto superiore della Sanità sull’incidenza in Italia dei tumori ai polmoni riguardano il 2020: ad essere i più colpiti sono gli uomini (27.550 casi contro i 13.300 nelle donne). I dati Airtum Aiom del 2020 fotografano per il 2019 in Sardegna oltre 10.200 nuovi casi di tumore maligno (10mila nel 2018, seimila uomini e 4.200 donne).
Se ne parlerà durante il convegno scientifico “In pole position – Progressi nella lotta al tumore al polmone in Sardegna: prospettive e sfide” che si terrà al Caesars hotel giovedì prossimo (23 novembre), dalle 14. Ai lavori, ai quali prendono parte i principali specialisti isolani della materia, verranno trattate le novità terapeutiche, dall’introduzione dell’immunoterapia e della medicina di precisione, utile per garantire ai pazienti maggiore qualità e quantità di vita.

I dati Negli uomini, esclusi i tumori della cute (non melanomi), prevalgono il tumore del colon-retto e della prostata (ciascuno il 17% di tutti i tumori diagnosticati). Il tumore del polmone segue con il 12, quello della vescica con l’8%. Il tumore del polmone segue con il 12, quello della vescica con l’8%. La patologia in Italia pesa per circa 2,5 miliardi di euro (costi sanitari e costi indiretti e sociali, Mennini et al. 2019). Con 8-9 tumori del polmone su 10, il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio, seguito da esposizione professionale ad amianto, radon e metalli pesanti.
L’esperto “Urge avere efficaci mezzi di prevenzione primaria, personalizzati per età e tipologia dei soggetti, e secondaria. L’impiego della Tac spirale in soggetti a rischio ha abbattuto la mortalità e va pertanto rapidamente implementata nel nostro Sistema sanitario, con l’inserimento nei Lea” spiega Michele Boero, direttore di Medicina nucleare Arnas Brotzu e responsabile scientifico del convegno. Dal progetto parlamentare “Challenge Cancer” si va verso la riduzione delle disuguaglianze nell’accesso alle cure oncologiche in Europa, l’evidenza delle prove scientifiche sui benefici dello screening precoce fino alle raccomandazioni sullo screening del tumore al polmone del Piano oncologico europeo. Durante i lavori viene tracciata la rotta: “Occorre un modello innovativo di accesso al servizio sanitario del paziente oncologico che consideri le recenti innovazioni diagnostico-terapeutiche e le peculiarità territoriali al fine – spiega Boero – di minimizzare le disuguaglianze regionali in termini di accesso e qualità delle cure”.

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