Truzzu esulta: “Cagliari è Covid free”. Ma c’è un caso nella Città metropolitana

“Da ieri la città di Cagliari ha zero positivi, speravamo da tempo in questo risultato”. Il sindaco Paolo Truzzu festeggia la buona notizia sull’andamento della pandemia, ma poco dopo arriva l’aggiornamento dalla Regione che certifica un nuovo caso di coronavirus nella Città metropolitana di Cagliari. “Siamo arrivati ai 56 giorni senza un nuovo caso – ha detto il primo cittadino del capoluogo -. Questo  ci dà molta serenità e molta gioia ma non significa un ‘liberi tutti’, né che tutto è finito. Bisogna sempre prestare attenzione e prudenza perché i rischi ci sono sempre, ma è una giornata in cui possiamo festeggiare e fare gli auguri a tutti noi”. La festa viene in parte rovinata dall’ultimo rilevamento dell’Unità di crisi della Regione che certifica un nuovo contagio proprio nel Cagliaritano. Con questo sale a 1.362 il conteggio totale dei casi registrati in Sardegna, dove sono stati eseguiti 973 tamponi in più rispetto a ieri: 79.422 in tutto.

I pazienti ricoverati in ospedale in tutto sono 6, nessuno in terapia intensiva, e 8 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.197 pazienti guariti (+2 rispetto al precedente aggiornamento), a cui si aggiungono 19 guariti clinicamente. Sul territorio, dei 1.362 casi positivi accertati, 873 sono nel Nord Sardegna, 251 nella Città metropolitana di Cagliari, 99 nel Sud Sardegna, 78 nel Nuorese e 61 nell’Oristanese. Anche i rilevamenti della Fondazione Gimbe certificano lo scarsissimo livello di diffusione del virus nell’Isola dove nella settimana che va da 17 al 23 giugno non sono stati rilevati incrementi di casi di Covid maggiori o pari a 5. Ma gli autori del monitoraggio indipendente sottolineano come in Italia il virus non sia ancora scomparso. “È sempre presente e rialza la testa ogni qualvolta le condizioni ambientali favoriscono una ripresa del contagio – spiega il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta -,  In particolare, accanto alle ben note residenze per anziani, sembrano a rischio sia contesti familiari sia aree sociali disagiate, oltre gli inevitabili ‘casi di rientro’ dall’estero. Di conseguenza, è indispensabile mantenere i comportamenti individuali raccomandati e continuare con una stretta sorveglianza epidemiologica, potenziando contestualmente l’attività di testing e tracciamento, di fatto in netta riduzione”.

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