Usava l’auto che gli aveva dato la Asl per muoversi liberamente e svolgere faccende familiari e non per l’ufficio e avrebbe usato la stessa auto di servizio anche per incontrare gli imprenditori agricoli e du3e operatori dei centri di assistenza agricola con i quali ha organizzato una maxi truffa ai danni dell’Argea, l’Agenzia regionale per la gestione e l’erogazione dei contributi in agricoltura. Protagonista della vicenda un medico veterinario arrestato dai carabinieri del Nas di Cagliari.
L’uomo è finito finito in carcere, ai domiciliari invece la moglie e due operatori di centri di assistenza agricola. 12 gli imprenditori agricoli indagati. Tutti sono accusati a vario titolo per peculato, truffa aggravata, falso, indebita percezione di fondi comunitarie. Secondo gli investigatori, complessivamente il veterinario tra assenteismo sul posto di lavoro e peculato ha provocato un danno pari a 106mila euro.
La truffa alla Comunità europea ammonta a 560mila euro. Le indagini, coordinate dalla Procura di Cagliari, hanno interessato anche Oristano e Nuoro e sono partite nel 2022. I militari dell’Arma hanno inizialmente sull’utilizzo illecito dell’auto di servizio da parte del veterinario scoprendo che dal 2020 al 2023 avrebbe percorso, per fini personali, oltre 25mila chilometri.
GUARDA IL VIDEO DELLE INDAGINI
Contemporaneamente all’uso illecito dell’auto, i militari del Nas hanno accertato che il veterinario timbrava in maniera illecita le presenze e si sarebbe assentato da lavoro, sempre nell’arco di tre anni, per oltre 2.100 pari a un danno di 100mila euro.
Il veterinario durante i suoi spostamenti in auto incontrava spesso con imprenditori agricoli con i quali poi avrebbe architettato la truffa con l’aiuto della moglie e dei due operatori dei centri di assistenza. Proprio questi incontri ripetuti nel tempo hanno insospettito i militari del Nas che hanno deciso di approfondire tutto.
La truffa aggravata ai danni della Comunità europea sarebbe avvenuta attraverso “la realizzazione di fittizi contratti di concessione di terreni adibiti a pascolo, fittizia attivazione di aziende agricole con false movimentazioni di bestiame (anche attraverso accessi abusivi al Sistema Informatico del Ministero della Salute)”, spiegano dal Nas. I falsi contratti e documenti sarebbero poi serviti ai 12 imprenditori agricoli indagati per ottenere 560mila euro di finanziamenti anche con la compiacenza e l’aiuto dei due operatori dei centri di assistenza che, come il veterinario avrebbero ottenuto in cambio una percentuale del denaro percepito illegalmente.
“L’attività, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cagliari, – spiegano dal Nas – è tuttora in corso, con prosecuzione delle indagini preliminari, ed è finalizzata ad acquisire ulteriori riscontri probatori”.