Truffa sui contributi statali, sigilli a impianto fotovoltaico nel Sassarese

Grazie alle relazioni di un agronomo compiacente ottenevano le autorizzazioni per realizzare le serre fotovoltaiche distribuite su una superficie di 31 ettari per una capacità di 16 megawatt, incassando i contributi statali per la produzione di energia rinnovabile a supporto dell’attività agricola, di fatto mai esercitata. Si è conclusa con il sequestro dell’impianto e di 8 milioni e 900mila euro l’indagine condotta dal sostituto procuratore Giovanni Porcheddu e affidata alla Guardia di finanza di Sassari. Attraverso le dichiarazioni fraudolente, una società con sede a Giave, controllata da una holding di Taiwan, ha beneficiato dei contributi e ora sono stati denunciati per truffa aggravata e falso i rappresentanti legali delle società coinvolte e l’agronomo che ha redatto la relazione. Dal 2012, quando l’impianto è entrato in produzione, sono stati incassati anche 3 milioni e mezzo di euro dalla vendita dell’energia elettrica prodotta. Le colture previste, a iniziare dalla più grande piantagione di aloe d’Italia, non sono mai state impiantate. Per rendere più difficili i controlli, le aziende acquistavano prodotti da altri fornitori e li facevano apparire nei bilanci come proventi dell’attività agricola, di fatto inesistente. Dalle indagini risulta anche l’emissione e l’utilizzazione di fatture pari a un milione e mezzo di euro per operazioni fantasma. I fondi trovati nei conti correnti della società sono stati sequestrati, così come l’enorme impianto fotovoltaico, che però sarà tenuto in efficienza per consentire la produzione di energia rinnovabile senza più alcun indebito contributo.

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