Troppi incidenti sulle strade dell’Isola: 3.500 schianti con 105 morti nel 2018

È un bagno di sangue quello che si è registrato nelle strade della Sardegna nel 2018. A dirlo è l’Istat che ha rilasciato i dati degli incidenti che si sono verificati lo scorso anno e le cifre sono sconfortanti: gli scontri  sono cresciuti del 1,1 per cento rispetto all’anno precedente, mentre le vittime sono salite di ben il 16,7 per cento, in totale gli incidenti sono stati 3.461 e hanno causato la morte di 105 persone e il ferimento di altre 5.046.  Secondo l’Istat in otto anni, tra il 2010 e il 2018 l’indice di mortalità sul territorio regionale è aumentato da 2,5 a 3,0 deceduti ogni 100 incidenti mentre quello medio nazionale è rimasto invariato (1,9). Se si guardano poi le cifre dei cosiddetti ‘utenti vulnerabili’, a seconda del ruolo che hanno avuto nell’incidente (conducenti, passeggeri di veicoli a due ruote e pedoni) il loro peso relativo (sul totale dei deceduti) misurato nella regione è superiore nel 2018 a quello nazionale (49,5% contro 48,8%). Negli ultimi otto anni (2010-2018) l’incidenza di pedoni deceduti è aumentata in Sardegna passando dal 10,4 al 20 per cento, nel resto del Paese la crescita è di circa tre punti percentuali.

L’Istat quantifica anche i costi sociali degli incidenti stradali: nel 2018 il costo degli episodi con danni alle persone è stimato in oltre 17 miliardi di euro per l’intero territorio nazionale (283,1 euro pro capite) e quasi 409 milioni di euro (247,0 euro pro capite) in Sardegna, il 2,4 per cento sul totale nazionale. Tra le strade più pericolose dell’Isola resta la Statale 131 con 14 decessi e 388 feriti e l’indice di mortalità pari a 5,5 in aumento rispetto al 2017 (1,6). Va peggio in termini di differenza con l’anno precedente per la 130 che collega Cagliari a Iglesias: con 5 morti vede passare l’indice di mortalità da 3,9 nel 2017 a 10 nel 2018. Resta alta la pericolosità della Statale 196 anche se in miglioramento rispetto al 2017, ma con il più alto indice di mortalità (18,8), seguita dalla 554 con 4 morti e l’indice di mortalità pari 10. L’indice di mortalità cresce nei comuni di Sanluri e Arzachena mentre diminuisce a Orotelli, San Vito, Villacidro e Villasor.

Nel 2018 il maggior numero di incidenti (2.131, il 61,6% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 25 morti (23,8% del totale) e 2.862 feriti (56,7%). Rispetto all’anno precedente i sinistri diminuiscono del 6,2 per cento in ambito urbano mentre aumentano del 15,4 per cento sulle strade extraurbane. Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (6,0 decessi ogni 100 incidenti) mentre nelle strade urbane l’indice di mortalità si ferma a 1,2. Sulle strade urbane il 41,6 per cento degli schianti stradali avviene lungo un rettilineo, sulle strade extraurbane la percentuale sale al 52,5. In città la maggior parte degli incidenti avvengono in corrispondenza degli incroci (26 per cento del totale), seguono quelli che si verificano vicino a una intersezione (20,3%) e in curva (6,4%). Mentre lungo le strade extraurbane il 25,3 per cento degli incidenti si verifica in curva e il 9,7 in corrispondenza di un incrocio.

I periodi in cui avvengono maggiormente gli scontri sono la primavera e l’estate, in coincidenza con la maggiore mobilità legata a periodi di vacanza. Tra maggio e settembre si contano
1.649 incidenti (il 47,6% di quelli avvenuti durante l’anno) in cui hanno subito lesioni 2.472 persone (49,0%) e 51 sono decedute (48,6%). Oltre il 74 per cento avviene tra le 8 e le 20 ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati nella fascia oraria tra le 23 e l’1 della notte (6,5 morti ogni 100 incidenti) con un valore di molto superiore alla media giornaliera. Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 43,2 per cento degli incidenti notturni, il 40 per cento delle vittime e il 43,8 per cento dei feriti. L’indice di mortalità dei soli incidenti notturni è pari a 5 decessi ogni 100 incidenti.

L’Istat analizza anche la tipologia di incidenti più diffusa: sono 966 i casi di scontro frontale-laterale (20 vittime e 1.503 feriti), seguiti dal tamponamento (677 casi, 6 decessi e 1.127 persone ferite). Mentre la tipologia più pericolosa è l’uscita di strada (6,6 decessi ogni 100 incidenti), seguono lo scontro frontale (5,7) e la caduta da veicolo (5,1). Gli incidenti a veicoli isolati risultano più rischiosi, con una media di 5 morti ogni 100 incidenti, rispetto a quelli che vedono coinvolti più veicoli (2 decessi). Le prime tre cause degli schianti sono il mancato rispetto della distanza di sicurezza, la guida distratta e la velocità troppo elevata, in tutto riguardano il 31,9 per cento dei casi.

Analizzando le vittime, i conducenti dei veicoli coinvolti rappresentano il 64,8 per cento e il 63,0 per centro dei feriti, le persone trasportate il 15,2 per cento dei morti e il 26,8 dei feriti, i pedoni il 20 per cento dei deceduti e il 10,2 per cento dei feriti. Il 47,6 per cento dei pedoni rimasti vittima di incidente stradale appartiene alla classe di età oltre i 65 anni, mentre più del 60 per cento dei pedoni feriti ha più di 44 anni. (mar.pi.)

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