Troppi danni ai raccolti dalla fauna selvatica, appello di Coldiretti Cagliari: “Attivare misure di contenimento”

Nel Sud Sardegna torna a farsi sentire un allarme che agricoltori, allevatori e cittadini non hanno dimenticato: la fauna selvatica che continua a provocare danni ai raccolti, alle strutture agricole e alla sicurezza sulle strade. In un territorio già alle prese con le ondate di siccità e crisi idrica che hanno creato non pochi problemi al mondo delle campagne si rischia di acuire i problemi senza un intervento per arginare il fenomeno dei danni causati da cinghiali, nutrie, cornacchie e non solo. Parliamo di specie che hanno ampiamente superato i livelli compatibili con l’equilibrio ambientale con impatti negativi sia sull’attività agricola che per la sicurezza e il benessere dei cittadini.

Proprio per questo Coldiretti Cagliari rilancia la propria richiesta di mettere in campo misure tempestive a partire dai piani provinciali di contenimento e monitoraggio, condivisi con agricoltori, allevatori, Prefetture, Comuni e Regione. I dati degli ultimi anni non sono stati confortanti tra centinaia di migliaia di euro di indennizzi e decine di incidenti sulle strade, alcuni anche mortali, tanto da portare in piazza allevatori e agricoltori da tutta l’isola, lo scorso anno, mobilitati da Coldiretti nei sit-in e nei tavoli attivati con prefetti e istituzioni. Ciò che serve ora è trasformare il grido d’allarme in politiche strutturali preventive, in grado di tutelare agricoltura, allevamento e la sicurezza di tutti.

“Non possiamo più aspettare – afferma Giorgio Demurtas, presidente di Coldiretti Cagliari – le coltivazioni vengono devastate quotidianamente e i piani di contenimento spesso sono insufficienti o troppo burocratici: è indispensabile semplificare le procedure e attivare squadre operative territoriali, coinvolgendo in prima persona i produttori e le amministrazioni locali. È urgente creare un patto territoriale preventivo, meno costoso e molto più efficace di risarcimenti tardivi, capace di restituire serenità ai campi e sicurezza nelle strade”.

Anche Giuseppe Casu, direttore di Coldiretti Cagliari, lancia un messaggio chiaro: “Stiamo ricevendo numerose segnalazioni dai territori riguardo ai danni causati dalla fauna selvatica. Si tratta di specie che hanno ormai superato limiti di guardia, provocando gravi danni non solo alle aziende agricole, ma anche alla società civile – ricorda – pensiamo, per esempio, ai cinghiali, che non si limitano a devastare pascoli e coltivazioni ma sono anche responsabili di frequenti incidenti stradali. È necessario ripristinare un equilibrio che, in molti casi, è venuto meno – conclude – per questo stiamo lavorando affinché le province attivino rapidamente i piani di contenimento e, allo stesso tempo, stiamo formando coadiutori che possano operare all’interno di questi piani, intervenendo in modo responsabile e mirato per riportare equilibrio e sicurezza nei territori”.

Le azioni sul campo ci sono già. A Carbonia Coldiretti in collaborazione con la Provincia del Sulcis Iglesiente, sta organizzando corsi specifici per coadiutori in grado di collaborare con le autorità competenti, rafforzando l’efficacia dei piani di intervento e riducendo i tempi di risposta in caso di emergenze. Il pericolo è duplice: da un lato, le devastazioni nelle campagne colpiscono seriamente produzioni come ortaggi, frutta, vigneti e foraggi; dall’altro, le strade provinciali e statali diventano sempre più teatro di incidenti gravi o drammatici. Ogni sinistro rappresenta una tragedia per famiglie e comunità: non si possono più rimandare azioni concrete.

Per raggiungere l’obiettivo di un nuovo equilibrio è necessario fare interventi che per Coldiretti Cagliari dovrebbero prevedere: L’attivazione di piani provinciali efficaci e snelli per monitorare e contenere la fauna selvatica; il coinvolgimento diretto di agricoltori, allevatori, associazioni di categoria e forze pubbliche, con deleghe operative a figure formate sul territorio; il coordinamento sui tavoli con Prefetture, Comuni, Regione e politica regionale per garantire risposte rapide e integrate; l’avvio immediato dei corsi per coadiutori, come quelli di Carbonia, per dotare il territorio di personale preparato in caso di interventi urgenti.

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