La Sardegna si conferma una delle regioni più virtuose in Italia sul fronte della donazione e del trapianto di organi. Lo ha dichiarato stamane in Consiglio regionale l’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi, rispondendo all’interrogazione n. 192 presentata dai consiglieri Francesco Agus e Maria Laura Pintus. Al centro del confronto, il futuro del Centro regionale trapianti (Crt) e la presunta sostituzione della terapia intensiva post-operatoria dell’Arnas G. Brotzu con una pediatrica.
Bartolazzi ha illustrato i dati aggiornati, sottolineando come “il tasso di consenso alla donazione in vita espresso dai cittadini sardi continua a essere superiore alla media nazionale”. Nel 2023 la percentuale era del 76,5% contro il 68,5% nazionale, mentre nel 2024 è calata al 72,3%, pur restando ben al di sopra del 63,7% registrato nel resto del Paese.
Sul fronte opposto, le opposizioni alla donazione da parte di potenziali donatori deceduti in terapia intensiva sono state del 32,5% nel 2024, leggermente superiori al 30,4% dell’anno precedente e alla media nazionale (29%). “Questo incremento – ha spiegato l’assessore – può essere correlato al numero record di segnalazioni registrate quest’anno: 117, il dato più alto di sempre in Sardegna”.
Numeri che, secondo Bartolazzi, confermano “la solidità del sistema trapianti sardo”, forte anche della continuità nelle attività chirurgiche. Nel 2024 l’Arnas G. Brotzu ha eseguito 75 trapianti d’organo: 36 reni, 33 fegati e 6 cuori. Dati in linea con quelli degli anni precedenti, escluso il 2020 segnato dalla pandemia. A questi si aggiungono 90 trapianti di cellule staminali ematopoietiche, in aumento rispetto agli 84 del 2023.
L’assessore ha anche posto l’accento sulle attività di sensibilizzazione e formazione portate avanti dal Crt, che nel 2024 ha finanziato 7 progetti presentati da associazioni del terzo settore e proseguito la formazione di ufficiali anagrafici in 341 Comuni, affinché possano offrire il servizio di registrazione della volontà alla donazione al momento del rilascio della carta d’identità. È inoltre in preparazione una campagna regionale di comunicazione prevista per il 2026.
Infine, Bartolazzi ha voluto chiarire in maniera netta quanto riguarda il futuro della Terapia intensiva post operatoria dell’Arnas Brotzu: “Non è prevista alcuna sostituzione con una terapia intensiva pediatrica. La Tipo non è attualmente operativa solo perché si stanno completando le procedure di reclutamento del personale medico e infermieristico. L’azienda ha ribadito la volontà di renderla pienamente attiva per garantire la continuità delle cure post-operatorie e post-trapianto”. La necessità di individuare spazi per una terapia intensiva pediatrica – ha concluso – “non entrerà in conflitto con quella per adulti, ma sarà parte di una progettualità organica verso la realizzazione dell’ospedale pediatrico”.