Tossilo, il comitato Nbf: “Le sentenze si rispettano, ma troppe incongruenze”

Un totale ribaltamento della sentenza emessa dal Tar di un anno, una decisione, quella del Consiglio di Stato sull’inceneritore di Tossilo, che avalla gli interessi dell’amministrazione mentre deprime le istanze dei cittadini. È questo l’amaro commento del Comitato Non Bruciamoci il Futuro di Macomer che da anni si batte contro la realizzazione del nuovo termodistruttore di  Tossilo. Per i comitati non si tratta solo di una sconfitta. La sentenza del Consiglio di Stato viene, infatti, concepita come un’occasione persa per una nuova gestione dei rifiuti urbani. Critico anche l’avvocato Mauro Barberio, che ha difeso comitati e comuni di fronte al Tar: “La lettura data dal Tar è tutt’altro che esuberante, mentre quella del Consiglio di Stato, più che dare risposte, apre interrogativi su un possibile eccesso di potere giurisdizionale”.

“Sebbene le sentenze si debbano sempre rispettare, non possiamo esimerci dal mettere in evidenza alcune incongruenze che caratterizzano il dispositivo del Consiglio di Stato, riservandoci di effettuare una valutazione più approfondita in seguito”, scrive Non Bruciamoci il Futuro. “In modo particolare – si legge nel comunicato stampa – colpiscono le  contraddizioni di lettura delle stesse normative di settore come ad esempio quella riguardante la questione del mancato aggiornamento del vecchio Piano regionale di gestione dei rifiuti del 2008, per il quale la Regione Sardegna era stata sottoposta a procedura di infrazione da parte dell’Ue. Il Collegio giudicante del Consiglio di Stato sostiene in maniera incomprensibile che il Piano non era scaduto in quanto la Direttiva 2008/98/Ce prevede che l’aggiornamento del Piano debba essere revisionato ‘dopo 6 anni dall’emanazione’ laddove invece il testo della Direttiva in questione recita chiaramente che i Piani ‘siano valutati almeno ogni 6 anni’.” “Il Consiglio di Stato elude evidentemente il senso di un avverbio che invece è fondamentale per la comprensione delle norme in materia, e che ha lasciato la programmazione regionale, per oltre due anni, nel caos più generale portando a forzature amministrative finalizzate a imporre un sistema gestionale non condiviso e in piena contraddizione con le stesse scelte effettuate dalla Regione”, attacca Non Bruciamoci il Futuro.

“Altra evidente contraddizione è quella che porta il Collegio giudicante a sostenere che il revamping dell’impianto di Tossilo con potenziamento  fosse previsto anche nella fase transitoria del Piano fino alla realizzazione del termovalorizzatore di Sassari. Al contrario le delibere che finanziano l’inceneritore attribuiscono a Tossilo una potenzialità non prevista nel sistema a due poli che è quello che la Regione aveva scelto nella sua programmazione. Inoltre il termine ‘transitorietà’ viene interpretato in senso quasi opposto, come se  non ponesse un limite temporale rispetto alla programmazione regionale. In sostanza, la sentenza sfavorevole ha avuto necessità di aggrapparsi e ruotare sulla interpretazione di singole parole, per poter ribaltare le argomentate conclusioni del Tar”.

“Anche il mancato accoglimento del ricorso incidentale sui problemi della salute ci lascia sconcertati, perché sia trend dei dati di mortalità per tumore della Asl di Nuoro che quelli sull’incidenza del Registro dei tumori, mostrano valori in ogni caso superiori nel Marghine rispetto agli altri distretti dell’Asl. Appare assolutamente incongruente anche la valutazione sulle emissioni che la sentenza valuta come accettabili in quanto al di sotto dei limiti di legge. In realtà, come già dichiarato nell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) rilasciata dalla provincia di Nuoro, si avrà un peggioramento del quadro emissivo del nuovo inceneritore di Tossilo in rapporto all’aumento delle quantità incenerite, che passeranno dalle 27mila tonnellate annue attuali (2014) alle 60mila previste. Il fatto che abbiamo perso questa partita non scalfisce le nostre convinzioni e la speranza è che le nostre ragioni possano andare avanti col ricorso presentato al Tar contro l’aggiornamento del Piano regionale, e che altri possano fare chiarezza ristabilendo le priorità e lo stato di democrazia”.

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