Torna in carcere dopo un permesso con la droga e un telefono nel retto

È stato il Sappe, sindacato degli agenti penitenziari, a ufficializzare la notizia. Anche perché il detenuto in permesso premio nascondeva la droga nel retto: l’organizzazione parla di dieci involucri e addirittura di un telefono cellulare nascosto sempre lì.

Complessivamente, stando al Sappe, gli agenti penitenziari hanno recuperato 150 grammi di marijuana e diversi grammi di cocaina. “Nonostante la grave carenza di organico presso la Casa circondariale di Uta il personale di polizia penitenziaria continua con grande professionalità investigativa a sventare l’introduzione di droga e telefoni”, ha evidenziato il segretario regionale del Sappe, Luca Fais. Per il segretario generale Donato Capece “vanno adottate soluzioni drastiche, come la schermatura delle Sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”. Infine secondo il sindacato “è urgente e non più differibile trovare soluzioni al personale di Polizia penitenziaria che opera, sotto organico e con mille difficoltà, nel carcere di Uta e negli altri istituti di pena sardi”.

È stato il Sappe, sindacato degli agenti penitenziari, a ufficializzare la notizia. Anche perché il detenuto in permesso premio nascondeva la droga nel retto: l’organizzazione parla di dieci involucri e addirittura di un telefono cellulare nascosto sempre lì.

Complessivamente, stando al Sappe, gli agenti penitenziari hanno recuperato 150 grammi di marijuana e diversi grammi di cocaina. “Nonostante la grave carenza di organico presso la Casa circondariale di Uta il personale di polizia penitenziaria continua con grande professionalità investigativa a sventare l’introduzione di droga e telefoni”, ha evidenziato il segretario regionale del Sappe, Luca Fais. Per il segretario generale Donato Capece “vanno adottate soluzioni drastiche, come la schermatura delle Sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”. Infine secondo il sindacato “è urgente e non più differibile trovare soluzioni al personale di Polizia penitenziaria che opera, sotto organico e con mille difficoltà, nel carcere di Uta e negli altri istituti di pena sardi”.

È tornato in carcere ieri sera dopo un permesso premio, ma con sé ha portato droga e un telefono. Adesso per un detenuto nel penitenziario di Uta la situazione torna a complicarsi, perché l’uomo è stato di nuovo arrestato, quindi sarà difficile che a breve possa avere altre concessioni. E non si tratta di un caso isolato: nei giorni scorsi, nel cortile di Uta, è stato trovato un involucro con altra sostanza stupefacente.

È stato il Sappe, sindacato degli agenti penitenziari, a ufficializzare la notizia. Anche perché il detenuto in permesso premio nascondeva la droga nel retto: l’organizzazione parla di dieci involucri e addirittura di un telefono cellulare nascosto sempre lì.

Complessivamente, stando al Sappe, gli agenti penitenziari hanno recuperato 150 grammi di marijuana e diversi grammi di cocaina. “Nonostante la grave carenza di organico presso la Casa circondariale di Uta il personale di polizia penitenziaria continua con grande professionalità investigativa a sventare l’introduzione di droga e telefoni”, ha evidenziato il segretario regionale del Sappe, Luca Fais. Per il segretario generale Donato Capece “vanno adottate soluzioni drastiche, come la schermatura delle Sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”. Infine secondo il sindacato “è urgente e non più differibile trovare soluzioni al personale di Polizia penitenziaria che opera, sotto organico e con mille difficoltà, nel carcere di Uta e negli altri istituti di pena sardi”.

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