A Orgosolo è nuovo allarme trichinella. Gli esperti: “Comprate carne certificata”

La trichinella, il parassita che dal 2005 al 2011 ha fatto finire in ospedale 26 persone dopo il consumo di insaccati o di carni di maiale non cotte alle dovute temperature, continua a far paura. Tutte le 26 persone colpite dalla malattia erano di Orgosolo ed è sempre nel paese barbaricino che lo scorso 7 dicembre il parassita è riapparso nelle carni dei maiali a pascolo brado illegale, abbattuti dal personale dell’Unità di Progetto per l’eradicazione della Peste suina africana (Psa). Nei campioni di carne di un branco di nove suini, su 108 abbattuti in località Hohosi, è stata infatti, riscontrata la presenza della trichinella. I risultati delle analisi effettuate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, hanno fatto scattare l’allarme e si moltiplicano gli appelli alla prudenza nel consumo delle carni suine da parte della Regione. La malattia infatti può insorgere con sintomi pesanti e può portare fino alla morte.

“Ricordo a tutti i cittadini – ha osservato Alberto Laddomada direttore dell’Istituto Zooprofilattico – di non mettere in tavola carni e salumi acquistati dal mercato illegale, di provenienza ignota o addirittura macellate clandestinamente senza gli indispensabili controlli dei veterinari. Con la trichinella non si scherza: è pericolosissima per la salute dell’uomo e in casi estremi può portare al decesso”. Il parassita si localizza inizialmente a livello intestinale ma poi attraverso le sue larve si incista nei muscoli. La trasmissione avviene con il consumo di carni suine o equine, ma nell’Isola finora sono le carni suine ad aver provocato la malattia. “In Sardegna, i controlli sulla trichinella – ha spiegato Franco Sgarangella, responsabile dei veterinari Ats – sono obbligatori su tutti i maiali macellati e su tutti i cinghiali cacciati. Le procedure sono dettate dall’estrema pericolosità del parassita per chi si dovesse cibare di carni infette”. Per questo “tutti gli animali macellati o cacciati siano sottoposti all’esame specifico per la ricerca della trichinella, prima del loro consumo”, raccomandano dagli uffici della Regione.

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