Torna la Marcia della Pace tra Laconi e Gesturi: “Né fabbrica bombe, né scorie”

“Non abbiamo bisogno né di fabbriche di bombe, né di scorie nucleari, né di basi militari. La Sardegna vuole scegliere il proprio futuro: lavoro dignitoso, rispetto dell’ambiente e accoglienza in modo civile per o migranti i un Mediterraneo di Pace”. Questo è il messaggio che verrà lanciato nella 16/a Marcia sarda per la Pace, che si terrà domenica 8 ottobre tra Laconi e Gesturi, ed è anche il tema del dibattito che anticiperà l’iniziativa organizzata dalla Tavola della pace e presentata oggi a Cagliari.

“La Sardegna ha bisogno di pace, ma ha bisogno soprattutto ad uno nuovo modello di sviluppo – ha spiegato Giacomo Meloni, segretario della Confederazione sindacale sarda – bisogna anche risolvere problemi presenti come la disoccupazione giovanile e le servitù militari e industriali”. Secondo l’ex sindaco di Laconi Paolo Pisu, uno dei portavoce della Tavola, “dopo tre anni e mezzo di questa Giunta e di questa maggioranza di centrosinistra che io stesso ho votato, non si è fatto un minimo di passo avanti sulle servitù militari. Certo, non si è firmato un documento ma ora siamo in mezzo al guado. Non si fa neppure la conferenza sulle servitù probabilmente perché non si ha niente da dire”.

Concetti ripresi anche dall’altro portavoce, Antonello Murgia: “In campagna elettorale avevano promesso di risolvere il problema delle servitù militari ma ultimamente abbiamo visto un aumento. Addirittura l’ultima esercitazione ha riguardato anche aree civili mai utilizzate come Terra Mala e Costa Rei, senza neppure interpellare il comitato paritetico”. Infine Franco Uda, segretario regionale Arci, ha evidenziato la “grande sproporzione” delle servitù in Sardegna rispetto al resto del Paese: “una stortura che dovrebbe essere sanata”. Ma ha anche sottolineato che “non è ancora stata sventata una minaccia per il territorio sardo che potrebbe essere destinatario delle scorie nucleari provenienti da tutto il resto del Paese”.

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