Si allarga l’inchiesta della Procura di Genova sulla Tirrenia–Compagnia italiana di navigazione (Cin), che ha già portato al sequestro di tre traghetti e 64 milioni di euro. Un nuovo filone investigativo coinvolge una quarantina di persone, tra cui magistrati, funzionari di prefettura e appartenenti alle forze dell’ordine, indagati per presunti episodi di corruzione.
Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, i soggetti coinvolti avrebbero viaggiato gratuitamente sulle tratte marittime per Sardegna e Sicilia grazie a carte “gold” messe a disposizione dalla compagnia. In cambio, la Procura ipotizza che la società possa aver ottenuto favori o trattamenti di favore, sebbene al momento non siano stati accertati vantaggi concreti ottenuti da Cin. Parte della documentazione è stata trasmessa alla Procura di Torino per competenza territoriale, in relazione al coinvolgimento di almeno due magistrati liguri.
Nel frattempo, si prepara la fase degli interrogatori per il filone principale dell’inchiesta, incentrato su frodi in pubbliche forniture. Le audizioni inizieranno mercoledì davanti al giudice per le indagini preliminari. Il pubblico ministero Walter Cotugno ha richiesto gli arresti domiciliari per due indagati e misure interdittive per altri undici.
Tra gli indagati figurano anche alti ufficiali delle Capitanerie di porto e dirigenti della stessa compagnia di navigazione. Ai militari viene contestata l’ottenuta di 87 biglietti gratuiti o a tariffa scontata, per un valore complessivo di circa 20 mila euro.
Non sono stati richiesti provvedimenti cautelari per alcuni dei nomi più noti finiti nel registro degli indagati: tra loro Gianfranco Annunziata, contrammiraglio ed ex capo ufficio alla politica militare del Ministero della Difesa; Pier Federico Bisconti, ammiraglio in pensione ed ex vicesegretario generale della Difesa; e Filippo Giovanni Maria Marini, attuale comandante della Capitaneria di porto di Venezia.
Coinvolti anche diversi ufficiali della Capitaneria di Civitavecchia: Enrico Lisiola, Fabio Vuolo, Edoardo Volo, Aldo Tragiani, Emanuele Bonafede, Pier Federico Landi e Beatrice Lavorenti.
Tra gli indagati anche Achille Onorato, amministratore delegato di Moby e figlio dell’armatore Vincenzo Onorato, che al momento non risulta coinvolto nell’inchiesta.
Con l’entrata in vigore della riforma Nordio, prima di disporre misure cautelari, il giudice dovrà ascoltare gli indagati nel corso degli interrogatori già fissati per questa settimana.