Una catena umana blocca il passaggio dei blindati per ore. E’ successo ieri ai cancelli della base di Teulada, dove in centinaia si sono dati appuntamento per denunciare i danni economici e sanitari causati dalle attività militari. Raggiunto da un corteo di auto e pullman partito dalla piazza centrale del paese, il poligono è stato circondato da carabinieri e polizia in pochi minuti.
Oltre alla bandiera dei Quattro mori, anche quella dell’Associazione degli imprenditori locali, issata da un manifestante tra le scogliere e le colline interdette di Porto Tramatzu. “Vogliamo far sapere al Governo che Teulada si sente soffocata da questa base. Dopo sessant’anni occorre porre fine a un’arrogante prevaricazione anacronistica che finisce per bloccare ogni forma di sviluppo del territorio”, ha spiegato Mario Uda, presidente dell’associazione che raggruppa 173 soggetti diversi, tra commercianti, artigiani, allevatori, agricoltori, imprenditori turistici e professionisti.
Qualche settimana prima, cittadini e imprenditori avevano affidato le loro rivendicazioni a una lettera inviata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e a Francesco Pigliaru, presidente della Regione.
“ La comunità di Teulada non è più disponibile alla logica delle spartizioni “intelligenti”, con elargizioni di qualche posto di lavoro e indennizzi finalizzati al solo scopo di tenere mansuete alcune categorie mentre altre muoiono per mancanza di mercato“, si legge nel documento.
Ma non solo di economia compromessa si tratta. “La presenza di servitù militari determina gravi allarmi sociali poiché’ si percepiscono i rischi per l’ambiente e la salute umana e animale”, recita la lettera. E’ di pochi mesi fa l’allarme lanciato dalle analisi condotte dalla Procura di Cagliari sull’inquinamento nei dintorni della base: le percentuali di Torio 232, elemento radioattivo, sono risultate superiori da 10 a 20 volte la norma.
E pertanto, con la loro lettera, i teuladini domandano alle massime cariche “cosa sia uno Stato che non rispetta le leggi, poiché’ ci risulta che non esiste una deroga per chicchessia con licenza di inquinamento. Ci sono leggi che chiunque è obbligato a rispettare e chi sporca deve pulire. Il costo di bonifica della sola penisola è stato calcolato in circa 1,3 miliardi euro.”.
I cittadini prospettano poi tre evoluzioni dell’attuale situazione. “O lo Stato porta a termine l’estinzione del paese di Teulada o toglie il disturbo e la comunità ritorna padrona del proprio destino. Oppure lo Stato rimane ma istituisce la fiscalità di vantaggio per questo territorio, realizza infrastrutture e attiva le bonifiche”, si legge nel documento del comitato.
Piero Loi