A Cagliari la convention dei geologi: l’allarme Sardegna

Al Dipartimento di Scienze geologiche dell’Università di Cagliari, nell’ambito della convention conclusasi ieri, venerdì 23 maggio, sul “Dissesto Idrogeologico” si discute sulla proposta avanzata da Davide Boneddu, presidente dell’Ordine dei Geologi della Sardegna: ovvero, la realizzazione di “Un Parco Fluviale a Tepilora, nei luoghi colpiti dall’alluvione, per ridare gli spazi alla natura”.

Il Parco Fluviale, secondo Boneddu, coinvolgerà i comuni di Bitti, Torpè, Lodè e Posada, e dovrebbe generare un volano per una diversa economia del territorio, più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

“A Posada il sindaco è un geologo – ha sottolineato Boneddu – e con altri tre comuni si è dato vita al progetto del Parco lì dove solo pochi mesi fa abbiamo avuto devastazioni, distruzione. Una ragione pratica c’è: è anacronistico costruire argini o opere sempre più importanti a protezione degli insediamenti umani, quando la natura si riprende gli spazi che gli competono”.

Resa nota anche l’estenzione del Parco, pari a 7.877,81 ettari. Oltre ai quattro comuni sono coinvolti la Provincia di Nuoro, l’Ente Foreste e la Regione.

Durante la convention è intervenuto anche il presidente del Consiglio nazionale dei Geologi, Gian Vito Graziano: “L’Italia è un vero manuale di geologia soprattutto per ricchezze e bellezze ma c’è l’allarme lanciato con forza sulla Sardegna: mentre nel resto d’Europa e del mondo per consentire lo sviluppo economico e sociale delle nazioni si rilanciano i Servizi geologici, in Italia gli si tagliano i finanziamenti utili alla sopravvivenza”.

Graziano ha anche denunciato il rischio della scomparsa in Italia dei docenti di Scienza della terra, “Tra le tante incompiute c’è anche quella cartografia geologica del territorio nazionale ancora ferma al 40% di copertura. La prevenzione è un fatto prettamente culturale. Si corre il rischio che un evento naturale diventi catastrofico così come è successo in Sardegna”.

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