Ovuli di hascisc nascosti in bocca e nelle cuciture dei pantaloni. Sono gli stratagemmi usati da due donne per tentare di introdurre droga nel carcere di Uta, ma sono state arrestate. I due episodi sono avvenuti nei giorni scorsi e sono stati resi noti dal segretario regionale della Uil Pa penitenziaria Stefano Pilleri.
In particolare una giovane donna ha nascosto dieci grammi di hascisc nelle cuciture di un pantalone, ha appiattito con un mattarello la droga e poi ha consegnato ad un agente l’indumento da far recapitare al marito detenuto. Il poliziotto ispezionando i pantaloni si è accorto di alcune anomalie e scucendoli ha trovato la droga.
L’anziana invece aveva nascosto due ovuli di hascisc che voleva dare al figlio, in bocca, ma il suo modo di parlare ha insospettito gli agenti ed è stata scoperta. “Queste operazioni testimoniano che gli uomini della Polizia Penitenziaria del carcere cagliaritano non hanno abbassato la soglia di attenzione nonostante le oggettive carenze organiche – sottolinea il sindacalista – Sono intuizioni che solo chi lavora in carcere riesce ad avere, in questo caso è stato impedito di portare all’interno delle sostanze che potevano causare eventi drammatici”.