Per vari mesi dello scorso anno, il Tar Sardegna ha dovuto lavorare con due magistrati in meno. Poi, a fine anno, anche il presidente della seconda sezione, Francesco Scano, è andato in pensione per diventare segretario generale in Regione. Nonostante questo, il Tribunale amministrativo dell’Isola è riuscito a trattare e definire pressoché tutte le cause in ingresso e a smaltire un po’ delle pendenze. Scende dunque leggermente il “tesoretto” dei procedimenti pendenti che da circa trent’anni gravano sul Tar Sardegna. “Le tabelle statistiche – ha rimarcato il presidente Dante D’Alessio, nel corso della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario – evidenziano che i ricorsi pendenti e quindi non decisi, che avevano avuto un costante aumento fino all’anno Duemila, sono da tempo in costante e decisa diminuzione sino ai 2.276 a fine 2021″. Basti pensare che nel 2020 erano 2.326, l’anno prima 2.465 e nel 2018 ancora 2.622. “I ricorsi definiti nel 2021 sono stati 1.003, 1.010 se si includono quelli annullati perché duplicati – prosegue il presidente, ormai al quarto e forse ultimo anno in Sardegna – nonostante le gravi carenze d’organico, si sono avute 769 sentenze definitive, 234 decreti decisori e 7 ulteriori provvedimenti”.
Cresce il numero dei ricorsi presentati. Lo scorso anno sono stati 978, un numero ben superiore a quelli dell’anno precedente (839) e anche di quelli del 2019 che si erano fermati a 930. “Nel 2021 – ha chiarito il presidente D’Alessio – sono nuovamente cresciuti i ricorsi in materia di accesso agli atti della pubblica amministrazione: 56 contro i 43 del 2020. Sempre consistente è il numero di ricorsi in materia di edilizia e di urbanistica che rappresentano ancora una delle materie con il maggior numero di ricorsi: 145 (quasi il 15%). Complessivamente i ricorsi in materia di pubblico impiego non privatizzato sino stati 106, quelli al servizio sanitario nazionale o regionale 29 e quelli riguardanti concessioni di beni demaniali sono stati 124″. Da non scordare, poi, le decisioni in tema di norme di contenimento per il Covid e quelle recenti sulla continuità territoriale. Intanto solo a gennaio, con l’arrivo di altri due magistrati, il problema dell’organico è stato risolto.