Svolta nella vicenda della legge 44? C’è chi è scettico. Anzi, per Pietro Tandeddu, coordinatore regionale Copagri, l’unica organizzazione di settore ad essersi tirata fuori dalla vertenza aperta dalla Regione, si sarebbe potuto fare di più, incidendo sulla quota ‘capitale’ del debito contratto dai circa 5.000 produttori sardi.
“L’abbattimento di 7 punti degli interessi sui mutui contratti dalle imprese, insieme all’introduzione del regime di De Minimis, è un primo passo, ma non credo si possa parlare di problema risolto”, chiosa il dirigente Copagri. Cosa significa? Che nonostante la Regione sia riuscita ad attivare retroattivamente il regime De Minimis, è probabile che per molti agricoltori il dramma non sia arrivato al capolinea.
“Non solo – prosegue Tandeddu – alle imprese che hanno contratto i mutui capestro si è imposto un tasso pieno dell’11%, bisogna anche ricordare che possono essere considerati aiuti in regime di De Minimis, e cioè, finanziamenti previsti dalle norme comunitare, gli importi che non superano i 7.500 euro in un triennio. Così, se il debito contratto attraverso i mutui-beffa è elevato, rimarranno ancora molte situazioni debitorie aperte”.
Insomma, troppo poco. “Durante la conferenza stampa di oggi, il presidente della Regione Ugo Cappellacci e l’assessore all’agricoltura Oscar Cherchi hanno assicurato che tutte le aziende sono salve, che è stata effettuata un’analisi caso per caso”, afferma il direttore di Coldiretti Luca Saba. E ora, per capire come si evolverà la questione, non resta che aspettare che la Regione notifichi ai diretti interessati l’annullamento, totale o parziale, del debito.
Pietro Tandeddu è poi scettico anche sulla possibilità di trovare una soluzione con le banche per salvare le imprese finite all’asta: “Chi darà garanzia alle banche per il capitale prestato? Ci sarebbe voluta, piuttosto, una profonda ristrutturazione del debito. Una soluzione al problema del capitale era già stata messa a punto ai tempi della giunta Soru, quando si propose una profonda ristrutturazione del debito contratto da agricoltori e allevatori. Allora, la giunta raggiunse un accordo con l’ex ministro dell’Agricoltura Paolo De Castro e il Banco di Sardegna, che si era dichiarata disponibile, nel caso in cui la Regione comprasse il suo credito, a riconoscere uno sconto del 20% sulla quota capitale e a introdurre il tasso d’interesse legale, che si aggira intorno al 2,5%”. Con la caduta della giunta Soru non se ne fece più niente, la proposta venne poi ripresentata dal dirigente Copagri alla Regione nel 2011, quando si riprese a discutere di legge 44, ma non venne accolta.
Sulla vicenda interviene anche Simone Maulu dell’esecutivo nazionale di Irs, per il quale “i passi avanti fatti oggi sono il frutto di battaglie nate nel 2001, quando il sindacato di pastori “Kuiles” murò il Banco di Sardegna a Sassari, e proseguite con le iniziative delle organizzazioni e dei movimenti popolari che hanno richiamato l’attenzione sulla vicenda della legge 44″.
Piero Loi