La mobilitazione degli autotrasportatori sardi prosegue, ma si allenta. Nei porti dell’Isola alcuni stanno lasciando i presidi e le merci deperibili passano senza intoppi, come già accaduto nei giorni scorsi, per evitare di danneggiare soprattutto agricoltori e allevatori che stanno comunque sostenendo la mobilitazione. È il sesto giorno di protesta contro il caro gasolio, ma da ieri sera qualcosa è cambiato. Il decreto del Governo, che taglia per un mese le accise sui carburanti del 25 per cento, viene salutato con favore da molti. Altri non sono convinti e in queste ore dovranno valutare il da farsi. A Cagliari la decisione di sospendere il blocco ai varchi negli scali è uno stop con riserva, stabilito dal raggruppamento “Protesta autotrasportatori sardi”.
Lo dicono i coordinatori del presidio stesso, Piero Muscas, Daniele Fanni e Yuri Carta. ‘Il sacrificio, non solo economico, messo in campo in questa settimana di autosospensione dal lavoro è stato importante, soprattutto per chi vive della propria piccola impresa spesso monoveicolare, ma era doveroso dare un segnale del livello di esasperazione che il settore dell’autotrasporto ha raggiunto – spiegano i referenti della protesta -. Consideriamo il taglio delle accise di 25 centesimi assolutamente insufficienti ma ci consentono quantomeno di avere una boccata di ossigeno per ripartire nell’immediato con senso di responsabilità”.
Tra i favorevoli ci sono gli aderenti a Confartigianato Sardegna. “Con il decreto di ieri abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato ed è, quindi, giunta
l’ora di riprendere tutti a lavorare”. Finisce così, per il momento, la protesta degli autotrasportatori sardi. Lo annuncia Giovanni Mellino, coordinatore del comparto Trasporti, dopo la decisione del Governo di tagliare di 25
centesimi il costo del carburante e di approvare una serie di norme per l’autotrasporto che
garantiranno maggiori condizioni di equilibrio all’interno della filiera, mettendo in
sicurezza le imprese dei trasporti rispetto a variazioni nel costo del carburante.
“Il taglio del costo di gasolio e benzina è un traguardo importante e di più,
onestamente, non si poteva fare – continua Mellino in una nota diffusa l’indomani del provvedimento dell’Esecutivo nazionale –. Da ora la responsabilità dovrà
essere anche quella dei committenti che saranno chiamati fare la loro parte, con
contratti che non siano penalizzanti per gli autotrasportatori e che rispettino la
categoria. Non si deve mai più lavorare in perdita”.
“Al di la di tutto questo, ribadiamo la necessità di avere un confronto costante con la committenza – conclude Mellino – dalla quale ci aspettiamo lealtà e disponibilità, in virtù del senso di responsabilità al quale tutti in questo momento siamo chiamati. Ci appelliamo alle Autorità affinché proseguano i controlli già avviati per contrastare e punire ogni tipo di speculazione che in questo momento risulterebbe particolarmente disonorevole”.
I numeri della crisi
Il caro carburante da mesi ha messo a dura prova le circa 2.500 aziende sarde
dell’autotrasporto che, con oltre 7mila dipendenti, veicolano ogni giorno l’87 per cento di tutte le derrate movimentate nell’Isola.
Un settore, quello dell’autotrasporto sardo che, al primo gennaio di quest’anno secondo l’associazione di categoria, ha registrato una decrescita totale del 2,9 per cento, di cui ben il 5,7 solo nel comparto artigiano. Dal 2009, in Sardegna, è scomparso circa il 20 per cento del tessuto imprenditoriale. A livello provinciale a Cagliari le imprese registrate sono risultate 1.123 di cui 729 artigiane. A Nuoro sono 362 (di cui 259 artigiane), con un calo del 2,7 per cento. A Oristano sono 250 (185 artigiane) registrando un -2,3 per cento. Infine a Sassari ci sono 741 imprese, di cui 474 artigiane: le cancellate sono il 3 per cento.
A esprimere solidarietà e partecipare alla mobilitazione con il proprio sostegno sono state tutte le associazioni di categoria della filiera agroalimentare. Coldiretti e Cia Sardegna hanno già cominciato la conta dei danni e puntano il dito sulle ipotesi di speculazioni che in questi giorni sono anche sotto il faro della magistratura.