E sui poligoni un prof sassarese sfida Renzi a duello: “Scelga arma e luogo”

L’ultimo decreto approvato dal governo Renzi (leggi), grazie al quale i poligoni vengono assimilati alle aree industriali e, di conseguenza, i limiti di inquinamento vengono centuplicati, proprio non l’ha digerito. E così il 40enne sassarese Alessandro Carta, musicista conosciuto come Nicola Di Banari e professore di Storia dell’arte, ha preso una decisione drastica quanto inconsueta: sfidare il premier a duello. 

Dopo aver spiegato a Renzi i motivi della sua scelta, Carta/Di Banari fa partire la stoccata (per ora solo sulla carta): “La sfido a regolare duello, da celebrarsi alla presenza dell’autorità dei Carabinieri o del corpo dello Stato che Lei ritenga istituzionalmente più consono ad un arbitrato di questo genere”. Poi precisa: “Io non la sto minacciando di morte. Non è nella mia personale cultura. Io la sto sfidando serissimamente ad un regolare duello armato nel quale io stesso rischio di morire per mano sua, se Lei sarà più bravo e più veloce di Me”.

“Voglio un duello, regolare, onorevole e alla luce del sole – scrive Carta a Renzi -. Scelga pure lei arbitro, arma, ora, luogo. Sebbene il duello non sia più previsto dalla legge Lei saprà senz’altro come fare, avete qualche milleproroghe in arrivo? Diamo vita a questo incontro e sarà l’agognata occasione per tutti di assistere ad un confronto leale e finalmente ad armi pari.

Di seguito il testo integrale della lettera rivolta al premier. Qui, invece, la video-lettera.

Gentile Presidente del Consiglio Matteo Renzi,

l’atto prodotto dal Suo Governo con l’ultimo decreto legge (91/2014), che arriva all’indomani della mancata firma del Presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru (che ho contribuito ad eleggere), riguardo l’accordo sulle servitù militari, è un gesto di forza militare che non ha precedenti nella storia.

Lei risponde ad una legittima richiesta politica di apertura di un tavolo di trattativa riguardo le bonifiche nelle aree soggette a servitù militare, innalzando, fino a 100 volte, i coefficenti sanitari indicati dall’autorità sanitaria dello Stato e credibili ed in vigore fino ad avant’ieri, parificando le aree militari, nei coefficienti di avvelenamento, alle aree industriali, con l’unico intento di non bonificare le aree soggette a tale inquinamento e al fine di favorire l’incondizionato dominio del nostro territorio da parte delle forze militari di tutta Europa.

Questo genere di gesti, lei capisce, non hanno grande fascino. Assomigliano molto, molto di più ad una unilaterale dichiarazione di guerra.

Lei con questo decreto ha messo entrambi i suoi piedi sulla testa di un milione e mezzo di cittadini, incurante di fare un gesto di disprezzo che ci condanna all’umiliazione di non poter contrattare un accordo politico legittimo e doveroso, dopo tanti anni di riconosciuto sacrificio di tutto il territorio sardo, in termini di sfruttamento e di salute, che cancella vent’anni di diplomazia e di lavoro scientifico, condannandoci a morire in un territorio violentato e malsano, che genera, ormai da troppo tempo, uomini e animali deformi, morti su morti, perfino tra i servitori dello stato, aggiungendo violenza a violenza, degrado a degrado, umiliazione ad umiliazione, profitti a ignoranza.

Non starò qui a scendere nei particolari di una vicenda che, a partire dall’ultimo vergognoso report del prof. Mario Mariani, che come afferma il p.m. Fiordalisi non ha fatto alcuna analisi sulla materia organica nè sugli animali nè sulle piante di Quirra, si qualifica da sola.

Ancora una volta siete stati in grado di mistificare la realtà, nonostante i rilievi dell’Agenzia Regionale Arpas (dunque un’agenzia istituzionale dello Stato Italiano) e i drammatici dati sul disastro che l’occupazione militare della Sardegna ha portato a questa gente e a questo territorio. Veda, tutti noi Sardi sappiamo cosa succede in Sardegna. E probabilmente a Lei sfugge che le dinamiche di comunicazione interna di un’isola come la nostra, prescindono da quelle a cui lei è abituato e di cui è maestro. D’altronde siamo poco meno di un milione e mezzo, un milione e mezzo di stuprati. E ancora non avete finito di illordarvi con gesti di questo livello di pusillanimità.

Matteo Renzi, Le propongo una soluzione più che onorevole per risolvere questa ennesima, assurda e ingiustificata violenza nei confronti delle persone e di tutti gli esseri viventi che abitano quest’isola da molto prima che i Savoia se la comprassero a Londra.

Appurato che Lei con questo gesto ha reso vano ogni nostro tentativo di mediazione civile e politica con uno sputo istituzionale che ci lascia solo un grande desiderio di Giustizia, senz’altro si renderà conto di questo: Lei ha di fatto dichiarato militarmente guerra alla Sardegna e ai Sardi, poichè ha prodotto un decreto dettato dalle ciniche richieste delle forze militari internazionali. Lei ha messo i Sardi e le loro istituzioni contro le forze militari di mezzo mondo. Si rende conto? Si capacita dello squilibrio delle forze in campo? Lei ha fatto un gesto che la infanga. E lo ha fatto con un atto unilaterale e prevaricatore, senza alcun motivo comprensibile e, ancor più grave, nel pieno di un dibattimento giudiziale nel quale la magistratura italiana ha rinviato a giudizio un numero mai visto di Generali dell’Esercito Italiano.

Questa mossa, che a lei sarà parsa intelligentissima e politicamente geniale, muove invece in Noi una rabbia che è difficile declinare e sublimare in parole. Dunque le propongo una onorevolissima soluzione a questa vera e propria dichiarazione di guerra mascherata da atto burocratico, a questa condanna a morte che ci appare decisamente sbilanciata, vile e disonorevole.

Desidero solo riequilibrare i rapporti di forza tra Me, Noi, Lei e Voi.

Posto che Lei mi vuole ammazzare da vigliacco, io, Alessandro Carta, nato a Sassari il 09/02/1974, musicista, insegnante di Storia dell’Arte, pacifista e non violento, fedina penale intonsa, del tutto digiuno di armi (non ho mai sparato nella mia vita nemmeno in un poligono di tiro sportivo), la sfido a regolare duello, da celebrarsi alla presenza dell’autorità dei Carabinieri o del corpo dello Stato che Lei ritenga istituzionalmente più consono ad un arbitrato di questo genere.

Noti Bene. Aggiungo a questo una importante precisazione, poichè non mi fido affatto di una persona capace di fare, a sa cua, un gesto di tale codardìa istituzionale ed umana: io non la sto minacciando di morte. Non è nella mia personale cultura. Io la sto sfidando serissimamente ad un regolare duello armato nel quale io stesso rischio di morire per mano sua, se Lei sarà più bravo e più veloce di Me. Dunque una sua eventuale denuncia per minacce sarà vista dall’intero Popolo Italiano come l’ennesima prova di vigliaccheria cronica.

Le ripeto, voglio un duello, regolare, onorevole e alla luce del sole. Scelga pure lei arbitro, arma, ora, luogo. Sebbene il duello non sia più previsto dalla legge Lei saprà senz’altro come fare, avete qualche milleproroghe in arrivo? Diamo vita a questo incontro e sarà l’agognata occasione per tutti di assistere ad un confronto leale e finalmente ad armi pari.

In attesa di un suo cenno di dignità La saluto con rispetto meramente istituzionale.

Alessandro Carta

 

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