Sud Sardegna “black spot” bracconaggio: controlli a tappeto e denunce

Considerato zona “black spot“, ossia uno dei sette principali punti caldi del bracconaggio italiano, il Sud Sardegna è stato al centro di una serie di controlli effettuati a dicembre nelle campagne e aree montane.

In azione è entrata una task force coordinata dal Nucleo carabinieri Cites Cagliari con i carabinieri forestali del raggruppamento Cc cities, Reparto operativa – sezione Operativa Antibracconaggio Reati in Danno agli Animali (Soarda) di Roma insieme al nucleo Carabinieri Cites Cagliari dipendente dal Centro Anticrimine Natura di Cagliari. Le forze in campo hanno setacciato il territorio cercando le tracce dei bracconieri concentrando l’attenzione sulle aree già segnalate dai volontari Lipu e WWF.

I controlli hanno portato a diverse denunce. Fra queste, a Quartucciu, quella di un uomo residente a Cagliari, denunciato per detenzione illecita di esemplari di avifauna selvatica. Tutti e dieci gli esemplari rinvenuti (cardellini, lucherini, verzellini e verdoni) sono risultati, al momento dell’accertamento, privi del previsto anello inamovibile identificativo che attesta la legittima provenienza. Inevitabile il sequestro.

Sanzione amministrativa di 10mila euro invece per un veterinario residente a Elmas per inosservanza dell’obbligo di comunicazione delle variazioni del luogo di custodia di animali protetti dalla Convenzione di Washington sulle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione.
Infine nel parco di Molentargius, insieme ai volontari Lipu, i militari hanno rinvenuto anche due grosse trappole a rete utilizzate dai bracconieri per la cattura di storni, utilizzati per le grive, piatto della tradizione sarda.
   

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