Le tracce di sangue lasciate nella casa degli orrori in via Villa Bruna, i filmati delle telecamere cittadine sotto la lente degli investigatori, i lunghi interrogatori di ieri con cinque persone sentite in caserma dai carabinieri e una in particolare – un uomo di cui però non ci conosce l’età – sarebbe ancora sotto torchio. A Tempio, una cittadina incredula per lo sterminio della famiglia Azzena, tutto fa pensare che si stia chiudendo il cerchio intorno ai killer di Giovanni Maria Azzena, 50 anni, di sua moglie Giulia Zanzani e del piccolo Pietro, dodicenne.
Secondo quanto riferisce l’Ansa, l’uomo sul quale si sta concentrando l’attenzione degli investigatori sarebbe stato rintracciato grazie alle telecamere comunali che lo avrebbero individuato fuori dalla casa degli Azzena nell’orario diventato una certezza investigativa: i killer, secondo gli inquirenti, sono entrati nell’appartamento di via Villa Bruna tra le 13 e le 15. E non hanno avuto bisogno di forzare la serratura, è un altro punto fermo dell’inchiesta: segni di effrazione non ne sono stai trovati. I coniugi Azzena, quindi, conoscevano i loro assassini che potrebbero aver contato sulla collaborazione di un basista.
Stando ancora alla ricostruzione degli inquirenti, l’irruzione di sabato in casa degli Azzena doveva essere una ‘solo’ spedizione punitiva, forse legata all’usura che nel 2008 aveva portato il carcere Azzena padre (sua moglie era stata denunciata per favoreggiamento). Invece poi il massacro, una strage che secondo le forze dell’ordine e la Procura di Tempio non era premeditata. Insomma, la situazione sarebbe sfuggita di mano e quello che doveva essere un avvertimento, seppure brutale, si è trasformato in mattanza.
Oggi è programmata l’autopsia all’istituto di patologia forense di Sassari. Il medico Salvatore Lorenzoni potrà dare agli investigatori un’ulteriore conferma sull’orario della morte. Una cosa è sicura: sabato mattina gli Azzena non hanno cambiato abitudini, segno che non avevano sospetti. Come sempre, sono andati a fare colazione nel fare accanto al negozio. Il rientro a casa poco dopo l’una, quando c’è stata la visita inattesa. Secondo gli inquirenti almeno due persone hanno bussato alla porta e non si esclude che una terza aspettasse in macchina.
Il massacro è avvenuto nel salotto, poi le tre vittime sono state trascinate fino al tinello, è un’altra certezza delle indagini. C’è stato sicuramente un tentativo di alterare la scena del delitto: il sangue è stato in parte ripulito per eliminare le impronte lasciate sul pavimento. Al momento non è esclusa nemmeno un’ipotesi investigativa diametralmente opposta, secondo la quale i killer potrebbero essere legati alla criminalità organizzata, vista la ferocia della strage.