Storie di persecuzione e lavoro coatto: consegnate le medaglie d’onore

Cinque storie di persecuzione e sofferenza sono stare rivissute e raccontante durante la cerimonia per il Giorno della memoria organizzata a Cagliari dal prefetto Gianfranco Tomao nella sala Consiliare del Palazzo del Governo di Cagliari. Sono state consegnate cinque medaglie d’onore in memoria dei cittadini italiani costretti al lavoro coatto nei campi nazisti.

Le onorificenze sono state consegnate, dopo l’esibizione degli studenti dell’istituto Santa Caterina di Cagliari ai familiari di Antonio Lai, di Sestu, internato fino al 28 marzo 1945; Nicolò Succu, di Meana Sardo, liberato il 30 ottobre 1944; Delio Mancosu, di Siliqua, internato fino al 13 novembre 1945; Attilio Nioi, di Assemini, prigioniero fino all’aprile del 1945 e infine a Elvezio Putzolu. prigioniero fino al gennaio 1945.

“Un uomo non è mai un numero, ma è un volto che si ricorda, abbiamo questo dovere di fronte a chi ha subito quella tragedia, di custodirne il volto e allo stesso tempo riflettere”, ha detto l’arcivescovo di Cagliari, monsignor Giuseppe Baturi. Presente anche la vice presidente della Regione, Alessandra Zedda: “Oggi ci troviamo ancora una volta a celebrare la giornata della memoria 77 anni dopo quelle tragiche pagine di storia che purtroppo portarono alla devastazione, al genocidio di milioni di esseri umani”.

Poi, l’esponente della Giunta ha detto: “Il fatto però che ogni anno viviamo questa occasione non può e non deve ridursi ad una mera formalità perché è stato stabilito per legge. Non si tratta tanto di dover fare quanto di dover essere. Oggi è l’occasione però operare con decisione una necessaria riscoperta dei valori fondanti e fondamentali di ogni persona, il diritto alla vita soprattutto, ma anche il diritto ad una vita degna”.

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