Stoccaggio scorie nucleari nell’Isola. Solinas: “Il ‘no’ dei sardi è irrevocabile”

La Sardegna ribadisce il “no” netto e irrevocabile all’ipotesi di stoccaggio di scorie nucleari nel territorio regionale. Lo fa per voce del presidente Christian Solinas che è intervenuto in occasione del seminario nazionale Sogin (la società dello Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi prodotti dalle attività industriali) in programma dal 7 settembre al 24 novembre, nell’ambito della sessione dedicata alla Sardegna.

Il governatore chiede che “lo Stato rispetti la volontà del Consiglio regionale e l’esito del referendum 2011, quando oltre il 97 per cento del popolo sardo votò contro la localizzazione delle scorie nell’Isola”, e ricorda che “un Comitato tecnico scientifico ha già trasmesso il 26 marzo scorso le argomentazioni che dimostrano l’inopportunità di una simile scelta”. Tra le motivazioni, Solinas fa notare che “la Sardegna ospita più della metà delle servitù militari presenti in Italia, circa il 65 per cento”, e che “in base ai Trattati costitutivi dell’Unione Europea, i territori insulari andrebbero supportati ed aiutati, in quanto oggettivamente svantaggiati rispetto agli altri sotto alcuni aspetti”.

Poi ci sono i rischi, a dimostrazione dell'”irragionevolezza di una eventuale collocazione”. In primo luogo, “in caso di incidente, sarebbero enormemente accresciuti dalla impossibilità per la popolazione di essere efficacemente e rapidamente evacuata dalle zone interessate”. Altro aspetto da considerare riguarda “la peculiare caratteristica del sistema idrico sardo: per ragioni legate alla lotta alla siccità, il sistema è fortemente integrato, quindi un eventuale evento incidentale potrebbe rapidamente compromettere l’intera riserva idrica regionale”.

Il presidente ha anche richiamato la pericolosità del trasporto marittimo, nonché i rischi di frana, “ben più diffusi di quelli valutati da Sogin”. Insomma, la posizione della Regione sarda è netta: “Laddove la Cnapi (Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee) fosse stata redatta sulla base di studi e cartografie aggiornate, nonché su indagini di campo, tutte le aree individuate in Sardegna sarebbero state escluse”, conclude il presidente.

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