Stadio Is Arenas, il teste: “Il Cagliari non usò la cabina elettrica”

È proseguito con la testimonianza di Antonio Grussu, amministratore unico della società Andreoni, esecutrice delle opere attorno allo stadio Is Arenas a Quartu e già condannato in primo grado a sei mesi con la condizionale per falso, il processo sulla vicenda della realizzazione dello stadio del Cagliari voluto dall’allora presidente Massimo Cellino. “Il Cagliari Calcio non si era collegato ancora alla cabina elettrica realizzata con i fondi del Comune di Quartu, ma durante le partite lo stadio di Is Arenas si alimentava con un gruppo elettrogeno”, ha spiegato Grussu nelle tre ore nelle quali ha risposto alle domande dei pubblici ministeri Enrico Lussu e Gaetano Porcu, ma anche a quelle dei vari difensori.

Davanti al Collegio presieduto dal giudice Giorgio Altieri, il testimone ha ricostruito i contorni del progetto che poi è naufragato dopo gli arresti del febbraio 2013 dell’allora sindaco di Quartu Mauro Contini e dello stesso Cellino – ora patron del Brescia – oltre che dell’assessore comunale dei Lavori Pubblici Stefano Lilliu. Per gli imputati attuali l’accusa è di tentato peculato e altri vari reati. La Procura ipotizza che gli imputati erano pronti a utilizzare 365mila euro di risorse pubbliche per opere legate allo stadio, tra cui appunto la cabina elettrica citata oggi dal teste e che invece avrebbe dovuto pagare il Cagliari Calcio. L’udienza è stata rinviata al 28 maggio, secondo il calendario già definito. Entro l’estate dovrebbero concludersi le audizioni dei testimoni dell’accusa per poi passare agli otto testi indicati dai vari difensori e agli esami degli imputati che decideranno di farsi interrogare.

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