Stabilizzazione dei precari in sanità, il comitato dei 26 Oss contro Bartolazzi: “Solo auspici, servono azioni concrete”

Dopo 26 giorni di protesta davanti al Consiglio regionale, culminati in forme eclatanti come lo sciopero della fame, i 26 operatori socio-sanitari (Oss) della Asl di Cagliari tornano a far sentire la loro voce. Il portavoce del gruppo, Gianfranco Angioni, esprime disappunto nei confronti dell’assessore alla Sanità, Armando Bartolazzi, dopo la presentazione della deliberazione n. 22/32 approvata dalla Giunta, che definisce linee guida generali per lo scorrimento delle graduatorie di stabilizzazione del personale sanitario assunto durante l’emergenza Covid.

Secondo Angioni, la delibera – che sulla carta dovrebbe favorire l’assunzione dei precari, come illustrato dall’assessore – rischia di restare un documento privo di ricadute. “L’auspicio dell’assessore riguardo alla priorità nell’assunzione del personale precario appare come una mera retorica”, afferma. “La realtà è ben diversa: ci sono responsabilità precise in capo ai direttori generali che devono essere perseguite, altro che auspicare stabilizzazioni senza agire concretamente”.

Il comitato ricorda come i 26 Oss di Cagliari fossero già inseriti in una graduatoria prioritaria, ma nonostante questo, non abbiano visto attuarsi alcun percorso di stabilizzazione. “Abbiamo comunicato da tempo al direttore generale della Asl di Cagliari l’urgenza di procedere con le assunzioni, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta”, denuncia Angioni. “E la situazione è simile anche per tanti altri Oss in Sardegna”.

“La Regione, e in particolare l’assessorato alla Sanità, continua a parlare di priorità e riconoscimento del lavoro svolto durante la pandemia, ma nei fatti tutto resta fermo”, commenta ancora Angioni. “Non si può continuare a ignorare chi, in piena emergenza, ha lavorato senza sosta per garantire la salute pubblica”.

Il Comitato annuncia che, in assenza di risposte immediate, procederà con una diffida legale. “Non ci fermeremo – conclude il portavoce – e se necessario porteremo la questione nelle aule giudiziarie. I diritti dei lavoratori non possono più essere rinviati: è giunto il momento di agire”.

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