Ci sono anche la Asl 8 di Cagliari e la Asl 2 di Olbia tra i 200 destinatari delle lettere inviate da Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anti-corruzione, e da Carlo Cottarelli, commissario straordinario alla revisione della spesa, ad altrettanti enti e uffici statali, ministeri, comuni, università e società partecipate dallo Stato che, nell’attribuire gli appalti, hanno violato le regole sulla spesa. E, in pratica, hanno pagato dei servizi a prezzi esageratamente alti.
Alla Asl 8 di Cagliari si contesta il pagamento alla Telecom di 1,8 milioni di euro solo in servizi per la “telefonia fissa”. A quella di Olbia, di 1,2 milioni di euro in energia elettrica. Con una procedura giudicata singolare. Infatti, a gennaio di quest’anno, e senza che ci fossero bandi precedenti, ha assegnato un contratto a valore retroattivo per una fornitura partita nel 2013.
Le lettere richiamano direttamente i funzionari e sottolineano che, nel caso in cui i richiesti chiarimenti non arrivassero, la sanzione prevista è di 25mila euro, che diventano 51mila se i chiarimenti vengono forniti ma poi risultano “non veritieri”.
La lettera è partita a giugno, ma solo oggi Repubblica ne dà notizia pubblicandone il testo. Alla base delle richieste di chiarimento c’è un principio generale che deriva da una serie di decreti approvati fin dal 2006, ma in realtà mai applicati. Il principio secondo il quale gli uffici dello Stato e lo società “in house” controllate al 100 per 100 per cento non devono sprecare i soldi pubblici quando si forniscono di una serie di beni e servizi essenziali: elettricità, gas, carburanti, combustibili da riscaldamento e contratti di telefonia fissa, cellulare e traffico dati.
Per effettuare questo genere di spese, dovrebbero rivolgersi al Consip, il Centro nazionale degli acquisti, o alle grandi centrali regionali che, per il loro maggiore peso contrattuale e per le loro conoscenze specifiche del mercat,o sono in grado di ottenere prezzi più vantaggiosi. Procedura che può essere ignorata solo nel caso in cui autonomamente l’ente riesca a strappare prezzi più bassi. Non è stato questo il caso delle due Asl sarde: il costo delle forniture è giudicato ben oltre quelli di mercato. E adesso i responsabili di queste scelte dovranno spiegare perché le hanno fatte.
Sono in buona compagnia. Tra i destinatari delle 200 lettere c’è lo stesso ministero dell’Interno che dovrà spiegare perché si è arrivati a spendere 4,4 milioni di euro per il contratto di telefonia mobile della Polizia di Stato. Gli acquisti analoghi fatti dal Consip, infatti, determinano mediamente una spesa inferiore dell’80 per cento. E ci sono pure i carabinieri con contratti pari a 3,1 milioni di euro per i cellulari e di 2,2 milioni per il traffico dati.
E, a quanto pare, non è che l’inizio. Le lettere di contestazione potrebbero diventare alcune migliaia. Perché l’obbligo di registrare gli appalti nel portale dell’Autorità anti corruzione ha consentito per la prima volta di avviare un lavoro di verifica che prima era molto complesso. Gli amministratori allegri o distratti hanno ragione di preoccuparsi.