“Il Governo e l’Ente nazionale anti-corruzione vigilino sulle speculazioni di operatori logistici e compagnie aeree nell’import di mascherine e altri presìdi sanitari”. È l’appello dell’imprenditore sassarese Francesco D’Onofrio, operativo da oltre vent’anni nella logistica e nell’export, con la sua Italian Shopping Network srl. La sua attività, in questi giorni, fa i conti con “condizioni di mercato fuori controllo”, dice. D’Onofrio parla di “sciacallaggio: prima trasportare un pacco aveva un costo fisso in base a peso e volume, e si firmava un contratto in base a quanto concordato; oggi i prezzi sono variabili. Poco tempo fa spedire in l’Europa un prodotto general cargo, non pericoloso e senza necessità di refrigerazione o altro, costava mediamente 20 o 30 yuan cinesi. Ora il prezzo è 45 yuan – aggiunge -. Ma se si tratta di mascherine, respiratori o altri beni sanitari si arriva a 90 yuan”.
Il motivo di tutto questo? “È in atto una grande speculazione e nessuno vigila – lamenta l’imprenditore -. In queste settimane mi sono reso utile per trovare una filiera di prodotto buono, certificato e a buon prezzo, ma ho fatto i conti con rincari del 50 per cento per il trasporto”. Secondo D’Onofrio il governo potrebbe fare anche qualcosa di concreto per calmierare i costi, “che incidono sul sistema sanitario e quindi sui cittadini”, sottolinea. L’esperto di import-export si riferisce al fatto che “oggi anche su prodotti come questi si paga il 6.3 per cento di dazi, applicati non sul solo prezzo della merce, ma anche su quello del trasporto – stigmatizza – al quale poi si aggiunge l’Iva”. Lungi dal “voler passare per un eroe o per un missionario”, D’Onofrio chiede semplicemente che “lo Stato vigili su un sistema speculativo di cui fanno le spese non tanto gli operatori, quanto i destinatari finali – conclude – che sono le aziende sanitarie e dunque i cittadini”.