Spazio, quattro scienziati sardi per la missione di Nasa e Asi

L’Italia ha centrato il lancio della missione destinata ad aprire una nuova finestra per osservare gli aspetti più misteriosi e violenti dell’universo, come quelli legati all’esplosione delle supernovae o ai buchi neri. E la Sardegna ha dato un grande contributo. La missione si chiama Ixpe (Imaging X-ray Polarimetry Explorer) e l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) vi partecipa a fianco della Nasa. Questa mattina alle 7,00 italiane dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral (Florida), è partito un razzo Falcon 9. 

Alla missione, dal costo complessivo di 180 milioni, l’Asi partecipa con 20 milioni di euro; il coordinamento scientifico è dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e l‘Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), con l’Inaf e il supporto dell’Asi. ha ideato e sviluppato lo strumento che costituisce il cuore della missione, il Global Pixel Detector (Gpd). Agli aspetti scientifici collabora anche l’Università di Roma Tre . L’Asi mette a disposizione la sua base di Malindi per la ricezione dei dati, grazie alla collaborazione della Telespazio (Leonardo-Thales), e lo Space Science Data Center (Ssdc) per l’analisi dei dati. Collabora alla missione anche l’azienda Ohb-Italia

C’è tanta Sardegna in questo lancio. I ricercatori dell’Osservatorio astronomico di Cagliari dell’Inaf hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo tecnologico degli strumenti di bordo e nella messa a punto delle procedure osservative e scientifiche.

È la prima volta che l’Inaf-Oac di Cagliari contribuisce direttamente a una missione spaziale internazionale: il Sardinia Radio Telescope ha permesso il rientro di numerosi ricercatori e tecnologi italiani che lavoravano all’estero e l’arrivo di studiosi stranieri, rafforzando tra l’altro la collaborazione tra Asi e Inaf. La missione Ixpe della Nasa porta in orbita un nuovo telescopio a bordo di un razzo Falcon-9 di SpaceX, azienda Usa. Testerà per la prima volta in orbita la misura della polarizzazione dei raggi X provenienti da alcune tipologie di oggetti cosmici altamente energetici, come i buchi neri supermassicci al centro delle galassie o le minuscole e pesantissime stelle di neutroni.

La polarizzazione dei raggi X che saprà individuare e misurare sarà dirimente sui modelli teorici più validi per spiegare la fisica di quegli oggetti estremi. L’Italia ha fornito alla missione i rivelatori per riconoscere la polarizzazione dei raggi X degli oggetti celesti che il satellite osserverà in 3 anni di vita nominale attesi.

Su 100 scienziati italiani coinvolti, 30 fanno capo all’Inaf. Alessio Trois, Matteo Bachetti, Maura Pilia e Andrea Possenti arrivano dall’Inaf di Cagliari. “La consegna dello strumento di Ixpe in 3 anni è un successo di straordinaria sinergia organizzativa tra istituti coinvolti”, spiega Alessio Trois, ricercatore tecnologo cagliaritano formatosi a Milano e Roma. “Cagliari ha dato un contributo sostanziale per definire le logiche del computer di bordo, integrarlo, testarlo – sottolinea – e lavorare all’integrazione fisica sul modulo satellitare che lo porterà in orbita”.

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