Sostituzione tardiva di un consigliere regionale, condannati Spissu e Biancareddu

La Corte d’Appello di Cagliari ha ribaltato ieri la sentenza di primo grado e condannato l’ex presidente del Consiglio, Giacomo Spissu, a quattro mesi per abuso d’ufficio, ritenendolo colpevole di non aver imposto l’immediata decadenza per incompatibilità dell’ex consigliere di Tempio, Andrea Biancareddu (Udc), al quale, a sua volta, è stata confermato un anno di reclusione per usurpazione di funzione pubblica.

I fatti risalgono al 2006, quando Renato Lai, primo dei non eletti in Gallura, sempre con l’Udc, aveva presentato un esposto contro Biancareddu che era insieme consigliere regionale e presidente del Consorzio industriale di Tempio, scrive L’Unione Sarda oggi in edicola. La Cassazione, quindi al terzo grado di giudizio, aveva dato ragione a Lai, ma la Giunta per le elezioni del Consiglio regionale aveva sollevato il conflitto di attribuzione davanti alla Consulta ritenendo l’Assemblea non soggetta alla legge ordinaria per via dello Statuto di rango costituzionale. La Consulta però aveva rigettato il ricorso del Consiglio e accolto le ragioni di Lai. Solo a quel punto – era gennaio 2007 – Spissu aveva imposto la sostituzione di Biancareddu.

Secondo i giudici della Corte d’Appello di Cagliari ciò è avvenuto tardivamente. Di qui la condanna a 4 mesi per abuso d’ufficio e l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni che ribalta l’assoluzione piena decida a febbraio 2013 in primo grado. A Biancareddu, invece, è stata confermato un anno di reclusione. Rita Dedola, avvocato di Spissu, e Guido Manca Bitti, legale di Biancareddu, hanno già annunciato ricorso in Cassazione. Lai, invece, è difeso da Anna Maria Busia.

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