Sono entrati nella sua abitazione di Piscinas e mentre lo aspettavano hanno deciso di scattare alcuni selfie davanti allo specchio, indossando il passamontagna e i guanti. Così i due 22enni, Gian Marco Garau, di Nuxis (a sinistra, nella foto) e Mirko Manca residente a Villaperuccio (sulla destra), hanno atteso l’arrivo di Pinuccio Uccheddu, pensionato di 78 anni, pestato a sangue e legato in casa prima di essere rapinato. È stata proprio la fotografia ritrovata nella memoria di uno dei loro cellulari, assieme alle testimonianze dei vicini, a inchiodare i giovani, che sono stati arrestati.
La mente della banda, però, è un diciassettenne di Piscinas che la mattina prima del colpo ha fatto un sopralluogo a casa del pensionato con la scusa di vendere della carne. L’obiettivo era osservare la casa e capire dove l’uomo conservata i soldi. Prima di andare via lo aveva salutato chiamandolo “zio Pino”, lo stesso appellativo utilizzato da uno dei due banditi durante il colpo. Il minorenne è stato affidato a una casa famiglia. Hanno agito come criminali navigati, arrivando anche a fornire false generalità ai carabinieri che li avevano bloccati. I tre, infatti, avevano pianificato tutto: prima il sopralluogo la mattina da parte del minorenne, poi il blitz condotto da ‘professionisti del crimine’ tanto che si erano dotati di guanti in lattice, lacci, nastro adesivo e passamontagna.
La rapina avviene alle 18.30. I due 22enni entrano in casa da una finestra e attendono l’arrivo dell’anziano. Approfittano del tempo per fare una foto davanti allo specchio. Arrivato il pensionato, lo picchiano selvaggiamente e dopo averlo reso inoffensivo, lo legano e rubano gioielli, denaro e orologi. Il 17enne, fuori dall’abitazione, è in costante contatto telefonico con i maggiorenni. Messo a segno il colpo i due fuggono, allontanandosi a bordo di una Opel Corsa blu. L’anziano si libera e fa scattare l’allarme. I carabinieri arrivano insieme a un’ambulanza. Il 78enne viene trasportato in ospedale e i militari dell’Arma avviano le indagini. La Opel Corsa con i due maggiorenni a bordo viene bloccata dai carabinieri. I due vengono identificati, ma il proprietario del veicolo, Mirko Manca, fornisce false generalità (“Mi chiamo Cristian Culurgioni”, dice fornendo anche un falso numero di telefono). Due elementi questi che fanno insospettire gli investigatori.
I militari sequestrano gli indumenti e i cellulari dei due, mentre il minorenne viene individuato grazie alla testimonianza di un vicino della vittima che lo vede allontanarsi dopo il colpo e lo sente dire al telefono “siete entrati? Io sto scendendo da Mirko”. Ad inchiodare i tre ci sono poi le riprese del sistema di videosorveglianza in cui viene immortalata più volte l’auto, le testimonianze di alcuni residenti che avevano visto la Opel Corsa aggirarsi in zona nei giorni precedenti, una felpa e parte della refurtiva rinvenute in campagna e il selfie che i due maggiorenni si sono fatti a casa dell’anziano.