Sono oltre 51mila gli stranieri residenti in Sardegna: per il 70 per cento sono concentrati nelle province di Sassari e Cagliari. Anche nell’Isola, come nel resto d’Italia, si registra una propensione all’integrazione a partire dalla scuola: sono oltre 5.500 gli studenti stranieri su un totale di oltre 200mila iscritti. Sono alcuni dei numeri emersi durante il seminario online organizzato da Caritas e Migrantes Sardegna, in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti della Sardegna e Ucsi Sardegna.
Durante l’incontro sono stati analizzati i dati contenuti nel trentesimo rapporto Caritas Migrantes. “Una pubblicazione portata avanti da trent’anni – come ricordato da don Marco Lai, referente regionale area immigrazione e coordinatore del seminario – per far conoscere e favorire la consapevolezza su un fenomeno che appartiene da sempre all’umanità”. In Sardegna la popolazione residente è diminuita di 13mila unità. E il saldo migratorio – secondo quanto emerso dal webinar – non riesce più a compensare quello naturale. “I migranti con la loro presenza interrogano la Chiesa che li accoglie – ha ricordato Padre Stefano Messina, responsabile di Migrantes regionale – ponendoci davanti a nuove sfide, nell’ottica della valorizzazione delle culture. Un impegno non solo religioso, ma anche sociale attraverso la vicinanza delle realtà ecclesiali verso le comunità straniere, a iniziare dai più bisognosi: una sensibilità sempre più sviluppata anche nell’isola”.
Gli ultimi dati sul fenomeno migratorio in Italia e in Sardegna sono stati descritti da Raffaele Callia, delegato regionale Caritas e responsabile del Servizio studi e ricerche della Caritas regionale. Sono oltre 280 milioni nel 2020 le persone (il 48 per cento donne) che vivono al di fuori del paese di origine (più 8,4 milioni rispetto all’anno precedente, ovvero 3,6 per cento della popolazione mondiale), di cui quasi 93 milioni in Europa.