Solinas lancia dal palco di Pontida la sua ricandidatura: “C’è bisogno di continuità”

“Abbiamo bisogno di continuità, non sono sufficienti pochi anni, è necessario almeno completare un ciclo di dieci anni per mettere in campo le grandi infrastrutture di cui questo Paese ha bisogno, per invertire la rotta in settori strategici come i trasporti e la sanità”.

Il presidente uscente della Regione, Christian Solinas, ha lanciato così dal palco di Pontida dove si è riunito tutto il popolo della lega, delegazione sarda compresa, la sua ricandidatura alle prossime regionali di inizio 2024.

Davanti agli alleati più stretti Solinas, presentato con molto calore sul palco, rafforza l’investitura ricevuta dal vice premier Matteo Salvini per la ricandidatura. A Pontida Solinas ci era già stato, ma questa volta, con le elezioni vicine la trasferta ha un altro sapore. Anche perché il presidente non è certo di avere l’appoggio di tutti gli alleati, soprattutto alla luce di un gradimento che durante i cinque anni di legislatura è sempre stato in calo e agli ultimi posti. In un recente sondaggio Solinas non otterrebbe nemmeno il 40%. Ma nemmeno Paolo Truzzu, sindaco Fdi di Cagliari, avrebbe un grande consenso, non così soddisfacente da offrire la certezza della ricandidatura. Restano così ancora in ballo i nomi di Alessandra Zedda o Pietro Pittalis o di Settimo Nizzi di Forza Italia, forza che potrebbe spuntarla tra i due litiganti Lega e Fdi.

E se la coalizione che sta col governo Meloni ha scelto di ricandidare gli uscenti sia in Piemonte (Cirio) che in Abruzzo (Marsilio), non è altrettanto proprio per la Sardegna e la Basilicata. Di certo deve ancora del tempo anche al centrodestra per trovare la quadra sul candidato governatore.

Solinas dal palco di Pontida si è soffermato sull’emergenza sanitaria: “Oggi gli amministratori delle Regioni si trovano ad affrontare l’emergenza enorme della carenza dei medici, il bisogno di portare sui territori professionalità – ha sottolineato -, ma nessuno dice che paghiamo il conto di trent’anni di mancata programmazione. Il numero chiuso nelle facoltà di medicina ha sfornato meno professionisti di quello che serve, e oggi paghiamo il conto, dobbiamo invertire la rotta e restituire ai cittadini servizi e certezze”. Ad ascoltarlo sotto il palco anche la delegazione sarda del Carroccio, con in testa il presidente del Consiglio regionale Michele Pais, l’assessore dei Lavori pubblici Pierluigi Saiu, il capogruppo in Consiglio Michele Pais e il consigliere Andrea Piras. (ANSA).

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