Soldi alle scuole private, UniCa 2.0: “Preoccupazione per parole Firino”

“Leggiamo con preoccupazione e rammarico le parole dell’assessore regionale alla Pubblica istruzione Claudia Firino in risposta all’articolo di SardiniaPost del 12 Novembre (leggi), che segnalava lo stanziamento da parte della Regione Sardegna di 18 milioni di € alle 252 scuole private dell’infanzia presenti in Sardegna, di cui molte appartenenti all Curia”. Lo scrivono in una nota i rappresentanti di UniCa 2.0, sigla degli universitari cagliaritani.

“L’assessore – prosegue lanota – con un comunicato (leggi) dichiara che “le scuole paritarie sono spesso un presidio sul territorio, soprattutto laddove lo Stato non è in grado di adempiere agli obblighi costituzionali.” Aggiunge: “Dietro queste risorse, oltre al servizio offerto alle famiglie di territori spesso privi di servizi essenziali, ci sono centinaia di lavoratori. Docenti, impiegati, personale ausiliario che svolgendo un lavoro prezioso per la comunità, garantiscono a volte l’unica busta paga per tante famiglie sarde.” Oltre al danno, la beffa – dicono gli studenti di UniCa 2.0 -. Riteniamo che queste parole esprimano l’esatto contrario del nostro modo di vedere il rapporto tra Regione e scuola pubblica. Pensiamo che lo Stato e la Regione, anziché lasciare ai privati la possibilità di esercitare un ruolo che dovrebbe essere il loro, debbano avere la priorità assoluta di estendere la propria rete di servizi, migliorandola contemporaneamente sia dal punto di vista qualitativo, proprio per evitare che ci siano territori “laddove lo Stato non è in grado di adempiere agli obblighi costituzionali”.

“Riteniamo – concludono gli studenti – che quei 18 milioni di € potessero essere investiti per l’assunzione di docenti, impiegati e personale ausiliari nelle scuole dell’infanzia PUBBLICHE, oltre che per il diritto allo studio che, ricordiamo, è nella nostra Regione in una condizione tragica. Da un lato, abbiamo i genitori che devono dare, alle scuole frequentate dai loro bambini, carta, carta igienica, materiale, addirittura acqua, e i nostri coetanei che devono interrompere i loro studi perchè idonei non beneficiari di una borsa di studio. Dall’altro latoscuole dell’infanzia private delle più disparate congregazioni cattoliche, che ricevono fondi pubblici da esattamente trent’anni”.

 

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