Di fronte alle proteste dei malati di Sla e allo sciopero della fame di Salvatore Usala, segretario del Comitato dei malati e delle famiglie dei disabili gravissimi, la Regione, con l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru, conferma il modello di assistenza con il progetto Ritornare a casa. Secondo i dati forniti dall’assessorato nel 2015 sono stati approvati finora 2.755 progetti personalizzati, ma la stima per fine anno è quella di sforare quota tremila, a fronte dei 2.767 progetti del 2014 e i 2247 del 2013. Lo scorso anno fra contributo ordinario, aggiuntivo (malati gravissimi) e straordinario (pluripatologie complesse) la Regione ha speso oltre 40,5 milioni di euro (al massimo 47 mila euro per singolo progetto) a cui si aggiungono quasi 9,5 milioni di euro di contributi comunali. Nel 2013, invece, la spesa si è aggirata sui 32,7 milioni di euro. Sono, invece, 194 i progetti per i cosiddetti caregiver, gli assistenti familiari, dei quali 171 hanno avuto un riconoscimento economico, con un contributo massimo di 13 mila euro ciascuno, nel 2014. Quest’anno sono 304 i progetti ammessi a finanziamento: 12mila euro per disabili gravissimi con due funzioni vitali compromesse e 15mila euro per disabili gravissimi con tre funzioni vitali compromesse. “Non c’è nessun intento polemico, ma confermiamo la massima disponibilità della Giunta e del sottoscritto al dialogo – ha osservato Arru – il tavolo d’ascolto non formale è sempre stato a disposizione. Non vorremmo che si sviluppasse l’idea che la Giunta Pigliaru e l’assessore vogliono mettere in discussione questo modello unico in Italia che, invece, confermiamo. Basti pensare che nel 2012 per i disabili la spesa per interventi in Sardegna era di 8.500 euro circa pro capite, mentre in Lombardia si aggirava sui 4.100 euro”.
Sardinia Post si ferma, la solidarietà della Giunta Todde
La presidente Alessandra Todde e tutta la Giunta regionale esprimono la loro vicinanza ai giornalisti di Sardinia Post, rimasti senza lavoro…