Sindacopoli, chiusa l’inchiesta: verso decine di richieste di rinvii a giudizio

La Procura di Oristano ha chiuso l’inchiesta su Sindacopoli, una scandalo politico-giudiziario che il 28 aprile 2015 aveva portato in carcere o agli arresti domiciliari venti tra amministratori pubblici e professionisti accusati a vario titolo di una serie di reati, in particolare associazione a delinquere, turbativa d’asta, corruzione e concussione, finalizzati alla spartizione di incarichi professionali e appalti pubblici. In considerazione dell’alto numero di indagati, le procedure di notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari richiederanno ancora qualche giorno. Il passo successivo sarà quello delle richieste di rinvio a giudizio.

L’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Armando Mammone aveva individuato come capo della banda l’ingegnere di Desulo Tore Pinna. Nella rete erano finiti, tra gli altri, i sindaci di Belvì Rinaldo Arangino, di Tonara Pierpaolo Sau, di Ortueri Salvatore Casula, di San Giovanni Suergiu Federico Palmas e di Villasalto Leonardo Usai, oltre agli ingegneri Giampaolo Porcu di Belvì e Francesco Chessa, di Loculi. Nel mese di aprile 2016 la seconda tranche, che aveva riguardato anche gli appalti per due lotti della nuova statale a quattro corsie Sassari-Olbia. Complessivamente erano scattati altri 16 arresti, tra i quali quelli dei consiglieri regionali di Forza Italia Antonello Peru, già vicepresidente dell’Assemblea sarda, e Angelo Stochino.

Secondo l’accusa, fatta propria dal Gip nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere dell’aprile scorso, esisteva una sorta di ‘cerchio magico’, una Squadra, messa in piedi da Tore Pinna, Angelo Stochino, Francesco Chessa e Gian Paolo Porcu e di cui facevano parte Antonello Peru, Paolo Manca e Antonio Piras. La cupola ipotizzata dall’inchiesta pretendeva dalle società che si aggiudicavano le gare il 3% dell’importo a base d’asta.

 

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