Sindacato discoteche e divieto di ballo: “Noi non possiamo farlo, gli abusivi sì”

“Oltre il danno la beffa! È proprio il caso di dirlo”. I gestori delle discoteche non ci stanno e si lamentano attraverso il loro sindacato il Silb della Fipe Confcommercio. “Le immagini che continuano a girare in rete hanno proprio il sapore della beffa per tutti i nostri imprenditori costretti a non lavorare da ormai 17 mesi – si legge in una nota -. Balli di gruppo praticamente dappertutto: nei pubblici esercizi, in spiaggia, in piazza, il tutto senza il benché minimo controllo. Quei controlli che, invece, potremmo garantire noi grazie a un protocollo di sicurezza già condiviso con le autorità competenti e su cui aspettiamo ancora un riscontro. Eppure di riaprire non se ne parla e, intanto, si balla ovunque meno che in discoteca. Qualcuno, prima o poi, dovrà spiegarci che criteri ci sono dietro certe scelte che, oltre a condannare un settore intero a morte certa, favoriscono un pericoloso e dilagante abusivismo“.

“Come già detto in più di un’occasione è necessario programmare una ripartenza a strettissimo giro, già dai primissimi giorni di luglio – commenta Maurizio Pasca, presidente nazionale di Silb-Fipe Confcommercio, il sindacato italiano dei locali da ballo. Bisogna individuare una data precisa e dare la possibilità alle imprese di organizzare attività che hanno bisogno di programmazione. Le discoteche non si accendono e spengono con un interruttore. Speriamo che qualcuno prima o poi lo capisca, e speriamo che non sia troppo tardi”. Sulla polemica interviene anche Piero Muresu, presidente per il Nord Sardegna del Silb: “In questi 15 mesi di pandemia abbiamo stretto i denti e, salvo una breve parentesi, abbiamo chiuso i nostri locali e le nostre attività causando – nei fatti – l’azzeramento dei fatturati delle nostre imprese pur di osservare le disposizioni anti-Covid – conclude -. Oggi assistiamo increduli, oltre che al danno anche alla beffa, generata dal dilagare delle attività da ballo abusive effettuate in locali completamente privi delle necessarie autorizzazioni ed effettuate in sprezzante violazione delle disposizioni tese al contenimento del Covid”.

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