La villa più antica di Porto Rafael, eremo vacanziero nel Comune di Palau, finisce sotto sequestro. I sigilli sono scattati perché la maison da sogno, valutata quattro milioni di euro, è proprietà di Petr Aven, banchiere russo con un patrimonio da cinque miliardi di dollari, per la rivista americana Forbes il 529° uomo più ricco del mondo.
Il sequestro della villa è scattato ieri. L’operazione è stata eseguita dal Nucleo speciale di Polizia valutaria su ordine del Comitato di sicurezza finanziaria in capo all’Agenzia delle entrate, cui spetta dare esecuzione alle sanzioni decise dall’Unione europea contro gli oligarchi amici di Putin dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Della villa di Aven a Punta Sardegna se ne parlò anche nel 2015 per un evento luttuoso: nel tratto di mare davanti alla casa, sette anni fa morì Elena Aven, la moglie del banchiere. Aveva 57 anni. La donna si era sentita male mentre faceva il bagno e in acqua aveva perso la vita. Era andata a nuoto sino allo yacht ormeggiato davanti a Porto Rafael per salutare i marinai.
Prima del provvedimento contro Aven, che è stato ministro in uno dei governo di Boris Eltsin e in Russia è il più grande collezionista d’arte, nelle scorse settimane la Guardia di Finanza ha messo sotto sequestro la proprietà in Costa Smeralda di Alisher Usmanov, altro oligarca russo-uzbeko che trascorre le vacanze in Sardegna.
La Guardia di Finanza ha ‘congelato’ in Costa Smeralda una villa di lusso di proprietà del magnate russo-uzbeko del gas Alisher Usmanov. L’immobile si trova al Pevero, baia dove in estate sta in rada il Dilbar, il maxi yacht lungo 156 metri che è sempre proprietà di Usmanov.
Tra i frequentatori russi di Porto Cervo c’è anche Roman Abramovich, il patron del Chelsea che nelle scorse settimane ha fatto spostare i suoi due yacht, il Solaris e l’Eclipse, dai porti europei proprio per evitare le sanzioni dell’Ue. Contro le misure decise da Bruxelles, nei giorni scorsi proprio Aven, intervistato da David Parenzo su La7, ha annunciato di essere pronto a “fare causa contro le misure adottate”.
