Siccità, rubinetti a secco a Nuoro e in 10 paesi. E scatta la rivolta dei sindaci

È sempre più emergenza siccità in Sardegna. I livelli molto bassi degli invasi di Olai e Govossai, che alimentano il potabilizzatore di Jann’e Ferru, fanno scattare il piano delle restrizioni. Da oggi – lunedì 18 – sono previste chiusure notturne dell’erogazione dell’acqua, dalle 21 alle 6, a Nuoro – ad esclusione del Monte Ortobene e dei presidi ospedalieri di San Francesco e Zonchello – Mamoiada, Orgosolo, Fonni, Gavoi, Sarule, Orani, Oniferi, Orotelli, Bolotana e Silanus.

Abbanoa fa sapere che i razionamenti permetteranno di “risparmiare la risorsa con una riduzione delle portate erogate del 20% e di arrivare in sicurezza nel periodo tra gennaio e febbraio, quando statisticamente si verificano le maggiori precipitazioni e quindi ci sono maggiori probabilità di captare nuovi apporti provenienti da eventi meteorici invernali”. Gli ultimi dati del Distretto idrografico segnalano, a causa del persistere della siccità, una drastica riduzione della quantità acqua presente negli invasi di Olai e Govossai.

Soltanto nel mese di agosto si è registrata una diminuzione di oltre un milione di metri cubi, portando i volumi utili disponibili per la potabilizzazione ad appena 3,440 milioni di metri cubi che, senza nuove precipitazioni, garantirebbero risorsa idrica non oltre gennaio. I due invasi, che al massimo possono contenere meno di dieci milioni di metri cubi, non sono interconnessi con altri schemi degli acquedotti e non possono ricevere “soccorso” da altri invasi. Per questo il gestore ha già programmato interventi nelle due dighe che consentiranno di aumentare la capacità di accumulo.

La rivolta dei sindaci

I sindaci del territorio, però, non ci stanno: chiedono spiegazioni e interventi urgenti sulle dighe. “Da parte mia c’è la comprensione per la straordinaria ondata di siccità che ha colpito la Sardegna – ha detto all’ANSA la sindaca di Fonni Daniela Falconi – dall’altra parte ci sono i disagi che subiremo da lunedì e fino a quando non ci è dato sapere. Penso ad esempio ai panifici ai biscottifici che aprono alle 5 del mattino o ai bar, ai ristoranti e agli alberghi e mi chiedo: perché le restrizioni stanno colpendo proprio quei paesi che danno l’acqua a tutta la Sardegna? Dov’è l’acqua della neve di quest’inverno? Rimango in attesa di decidere con le altre amministrazioni e con tutta la politica sarda come gestire questo problema”. “È paradossale che proprio i Comuni che forniscono acqua a tutta l’isola rimangano senz’acqua – attacca il sindaco di Gavoi Giovanni Cugusi -. Non capiamo perché le nostre dighe non possono essere portate al massimo riempimento e perché nel comunicato di Abbanoa si parli di interventi strutturali. Anche i sindaci del territorio devono essere informati sul problema. Chiediamo
subito un tavolo per intervenire urgentemente se ci sono carenze”.
“Abbanoa ha ricevuto già da marzo un’informativa da parte del ministero delle Infrastrutture per l’adeguamento strutturali dei
nostri invasi che non sono conformi alle ultime normative – ha spiegato il sindaco di Mamoiada Luciano Barone – per questo sono
state scaricate a mare parte delle acque delle nevicate. Il fatto è che mancano le risorse: il Ministero oltre ad intimare l’adeguamento avrebbe dovuto metterci nella condizione di fare i lavori. Ma c’è sempre il fenomeno dello scaricabarile. Chiediamo un incontro urgente – conclude Barone – per capire bene lo stato delle nostre dighe e intervenire al più presto”.

 

Nella foto il bacino del Cuga

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