Un dicembre senza piogge, come non lo si vedeva da 215 anni, e un gennaio con il 60% di piogge in meno rispetto alla media: la stagione invernale che stiamo vivendo, con temperature eccezionalmente calde e l’assenza di precipitazioni, sta destando molte preoccupazioni. Dei cittadini soprattutto, spaventati dalle possibili restrizioni idriche: nel Nord Sardegna si è già provveduto a limitare l’erogazione dell’acqua, ed è possibile che il provvedimento si estenderà presto anche al resto dell’isola. E poi di agricoltori e allevatori: a farsi portavoce delle ansie di chi lavora in campagna è la Coldiretti: “L’inverno bollente senza pioggia rischia di presentare un conto salato da oltre un miliardo sulle tavole nel 2016 per l’effetto della siccità che colpisce il Made in Italy agroalimentare. Le esperienze del passato evidenziano come la mancanza di scorte d’acqua nel periodo invernale si ripercuote pesantemente sui raccolti nella stagione produttiva. Gli agricoltori italiani temono che si ripeta in disastro del 2007 quando ad un inverno particolarmente siccitoso ha fatto seguito un pesante crollo dei raccolti”.
Soffrono le coltivazioni di ortaggi, di frutta, i pascoli per l’alimentazione degli animali da allevamento. “Ora si teme anche – prosegue la Coldiretti – il brusco abbassamento delle temperature dopo che il caldo fuori stagione ha sconvolto la natura facendo rigonfiare le gemme delle piante come in prefioritura o addirittura facendole fiorire anzitempo e rendendole quindi estremamente vulnerabili al freddo. Per non creare problemi la colonnina di mercurio deve scendere lentamente senza restare a lungo sotto lo zero mentre le precipitazioni non devono essere violente per poter essere meglio assorbite dal terreno”.
E a proposito di precipitazioni, in Sardegna la situazione degli invasi resta critica, anche se i pochi giorni di pioggia e neve delle scorse settimane hanno riportato i livelli dei bacini quasi a quelli di un anno fa. La situazione è illustrata dall‘Autorità di Bacino che effettua un monitoraggio mensile: in tutta l’Isola, su una capacità massima di 1.799,33 milioni di metri cubi di acqua se ne contano 1.007,12 mln con una disponibilità del 55,9%, ovvero poco più della metà, rispetto ai 996,51 mln di mc, pari al 55,4%, di fine dicembre 2015. A gennaio 2015 si arrivava al 56,4% con 1.017, 25 mln di metri cubi.
Diversi sistemi idrici restano sotto il 50% di capacità: è il caso del Sulcis, del Coghinas e del Liscia.
Sulla base di questa situazione restano in vigore le limitazioni nell’erogazione dell’acqua soprattutto nel Nord Sardegna. In particolare l’invaso di Sos Canales è praticamente vuoto con solo lo 0,02 milioni mc di volume disponibile su 3,6 mln di capacità massima.
Diventa critica anche la situazione nel Sulcis, dove su 75,4 mln di mc se ne contano solo 36,9 mln cioè il 48,8%. Quasi invariati i livelli nel sistema idrico integrato del Flumendosa Campidano e Cixerri con 381 mln di metri cubi su 675,7 mln di capacità massima: si passa dal 56,7% del dicembre 2015 al 56,4% di gennaio 2016, con una situazione migliore nel Simbirizzi e peggiore per il Flumineddu.
Salgono, rispetto alle rilevazioni di dicembre, i livelli negli altri sistemi idrici dell’Isola: nel Tirso si passa dal 68,4% al 69,5% di gennaio 2016 (323,73 mln di mc su 465,4 mln di capacità massima); negli invasi del Coghinas, Mannu e Tirso si registra un punto percentuale in più passando dal 43,5% al 44,6% (167,7 mln di mc su 376,1 mln di mc); nel Lisca si va dal 33,7% al 35,4% (36,8 mln di mc su 104 mln); nel Posada Cedrino si supera il 51% mentre a dicembre si arrivava al 44% della capacità invasata (21,1 mln di mc su 41 mln); nel sistema Sud Orientale il livello supera il 64% mentre si attestava sul 63% a dicembre 2015 (oggi ci sono 39,7 mln di metri cubi su 61,4 mln di capacità massima).
Le previsioni per i prossimi giorni non sono confortanti, o almeno non sul fronte delle piogge: temperature ancora miti che raggiungeranno i 17-18 gradi, nuvole sparse anche basse che offuscheranno il sole ma senza portare precipitazioni.