Si torna a scuola, calo iscritti nell’Isola. Sardi bocciati in italiano e matematica

Ritorno a scuola anche in Sardegna con nuovi e vecchi problemi. In alcuni istituti si inizierà qualche giorno prima del giorno indicato dal ministero per la Sardegna, il 16 settembre. C’è chi ha deciso di far suonare la prima campanella il 12: i giorni in più diventeranno ponti e vacanze durante il corso dell’anno. Calo delle iscrizioni sì, ma non è sempre colpa della scuola, ma del decremento delle nascite: si dovrebbe scendere per la prima volta sotto i duecentomila studenti. Giù dell’1,5 per cento con circa tremila alunni in meno.

Ragazzi con il fiato in sospeso: alle Superiori, tra abbandoni e bocciature, diverse classi temono di essere accorpate ad altre per raggiungere un numero sufficiente di alunni. “Ma sugli accorpamenti delle scuole – spiega il direttore scolastico regionale Francesco Feliziani all’Ansa – non possiamo che tenere conto delle indicazioni del ministero: dipendono dalla popolazione scolastica e da criteri economici. E non è vero che la chiusura delle scuole crea spopolamento, ma il contrario: è la mancanza di alunni a creare chiusure o accorpamenti. Per il resto il calo degli studenti è fisiologico, sulla linea degli anni scorsi. Ma per le cause, legate alla natalità, bisognerebbe interpellare un sociologo o un demografo”.

Meno iscritti a causa del calo delle nascite, ma molti precari e supplenze perché concorso e graduatorie, soprattutto in Lettere e Matematica, non sono riusciti a coprire tutte le cattedre. Il vero dramma è, poi, il diritto allo studio dei disabili: mancano gli insegnanti specializzati e, per assicurare il sostegno a tutti, si dovrà pescare da altre classi di concorso. Con molti esordienti mandati in classe. La denuncia è del segretario regionale Flc-Cgil Manuel Usai: a fronte dei circa seimila docenti specializzati necessari, solo mille sono in servizio e possiedono i requisiti necessari, per il resto, ma solo in parte, si ricorre a supplenti senza titolo di specializzazione.

Per quanto riguarda i supplenti il conto è presto fatto. Nell’isola ci sono oltre 1500 nuove immissioni in ruolo, ma le cattedre coperte finora sono state solo circa 700. Colpa dei concorsi in ritardo e delle graduatorie ad esaurimento quasi svuotate: per il resto la scuola sarda si dovrà arrangiare con circa 800 supplenti. All’infanzia tutto ok, la precarietà riguarda soprattutto medie e superiori. “Il problema – spiega Feliziani – è stato la soppressione delle scuole di specializzazione nel 2009: consentivano un inserimento dei docenti con i numeri adeguati alle esigenze dei territori”.

Ma la scuola sarda reagisce: “Siamo dei punti di riferimento nazionale nel digitale e nella formazione per gli immessi in ruolo – prosegue direttore scolastico regionale – e nel 2020 il Giua di Cagliari ospiterà studenti provenienti da 80 Paesi per una gara internazionale sulla programmazione della macchina di Turing”. ‘Guai’ in arrivo anche per le famiglie: tra astucci, zaini e libri la spesa – dicono gli addetti ai lavori – sarà in media di 500/600 euro a studente. Ma – avverte il Codacons – si può arrivare anche a oltre mille euro ad alunno.

Non solo. La Sardegna, con la Calabria, è maglia nera in Italia negli apprendimenti scolastici. Alta la percentuale di studenti delle seconde classi della scuola secondaria di secondo grado che non raggiunge un livello sufficiente di competenza alfabetica e numerica (il riferimento è al 2017/18). Il dato sardo dice che il 50,4 per cento dei ragazzi ha grosse difficoltà di apprendimento in italiano e matematica. In cinque Regioni, tutte del Mezzogiorno, i rendimenti in lettura sono insufficienti per oltre il 40 per cento degli studenti: Calabria, Sardegna, Sicilia, Campania e Puglia.

E sugli apprendimenti in matematica il dato scivola ancora più in basso: due terzi dei ragazzi sardi e calabresi non ha competenze sufficienti. È l’ultima analisi pubblicata da Openpolis incrociando e rielaborando dati Invalsi e Istat. Ma attenzione: c’è un’isola di eccellenza nell’isola che non va bene. È Lanusei, in Ogliastra: per competenze alfabetiche è al terzo posto in Italia dietro Monza e Treviso. Bene, e al di sopra della media nazionale, anche Villacidro. Si tratta però di mosche bianche. Se prendiamo i dieci capoluoghi con i rendimenti più bassi nelle competenze alfabetiche – spiega Openpolis – sono tutti del Mezzogiorno. Nove su dieci sono concentrati nelle due isole, e in particolare in Sardegna, l’altro è calabrese, Cosenza. In questa lista nera – dati sono del 2017 – ci sono Carbonia, Oristano, Sanluri, Iglesias, Tempio, Cagliari e Olbia: le peggiori in Italia.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share