Serie di attentati contro Croce medica. Un’ambulanza distrutta dalle fiamme

Una serie di attentati e minacce hanno preso di mira da alcuni giorni l’associazione Croce medica che a Sassari si occupa di trasportare i pazienti che hanno bisogno di cure. L’ultimo attentato risale all’alba del 2 gennaio quando un’ambulanza dell’associazione è andata a fuoco a causa di un petardo lanciato contro il mezzo.

Gli atti vandalici e le scritte sui muri con insulti e minacce sembravano essere cessati. Ma a Natale c’è stata l’ultima offensiva: presa di mira l’autoambulanza dell’associazione Croce medica, sistemata davanti alla sede del Latte Dolce a Sassari. Il 25 dicembre sono state squarciate tre gomme, a Santo Stefano è toccato alla quarta. Un messaggio molto chiaro: dovete stare fermi. Ma evidentemente non è bastato: dopo qualche giorno il mezzo è stato incendiato. “Ci sono 15-20mila euro di danni – racconta all’Ansa il presidente dell’associazione Davide Lisai -, ma non ci arrendiamo: continueremo a svolgere i nostri servizi con il furgone a nove posti. Sperando, con i soldi messi da parte, di poter nuovamente utilizzare un’ambulanza”. Lisai, che anche questa volta si è rivolto alle forze dell’ordine, ha una spiegazione per tutto quello che sta succedendo: “Invidia”, spiega laconicamente.

La Croce medica è nata dall’iniziativa, portata avanti prima con l’aiuto della famiglia poi di alcuni volontari, dello stesso Lisai. Con i classici servizi di supporto nei campi di calcio o nelle manifestazioni. O con il trasporto dei pazienti dall’ospedale a casa. Un’attività che stava riscuotendo una buona accoglienza. “Chi si è rivolto a noi – spiega Lisai – è stato sempre trattato con cura e professionalità e si è sempre trovato benissimo”. All’inizio dello scorso anno i primi problemi al mezzo posteggiato in via Kennedy. E le scritte sui muri del quartiere che davano una spiegazione dei raid vandalici. Con inviti nemmeno tanto velati a fermare l’attività. Sembrava tutto finito. Ma, sotto le feste, ecco il colpo del ko all’associazione. Che però non ha alcuna intenzione di restare al tappeto.

Il caso ha portato Sassari all’attenzione del 118 nazionale. “Dopo le pericolose aggressioni subite da equipaggi del 118 di Napoli, a Sassari è stato lanciato un petardo su un’ambulanza che è bruciata. Il 118 nazionale ha bisogno, urgentissimo, di cambiare pagina, di essere sostenuto dalle istituzioni”. Così il presidente del 118 Mario Balzanelli. “Un mezzo di soccorso del sistema 118 – prosegue – è uno strumento prezioso al servizio della comunità, al servizio di tutti. Ed è impensabile ritenere che possa avere senso esprimere un qualsivoglia messaggio, sia pure di protesta, o anche di cieca esplosione di rabbia, distruggere una ambulanza che compie la sua fatica quotidiana, insieme agli operatori, semplicemente salvando vite”.

Secondo Balzanelli occorre “varare una nuova linea comunicativa istituzionale che spieghi alla società civile l’importanza assoluta ed insostituibile del 118 riguardo al suo ruolo unico di Sistema salvavita, finalizzato a contrastare su tutto il territorio nazionale la strage delle morti evitabili, dovuta a malore o trauma”. Quindi, “la necessità improcrastinabile di far uscire il 118 nazionale dal baratro irrazionale in cui lo ha fatto cadere la politica nazionale negli ultimi 15 anni lasciandolo nell’abbandono e sostanzialmente smantellandolo”.

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