Oltre mille reperti archeologici di epoche che vanno dal Neolitico all’Alto Medievale sono stati sequestri dagli agenti del Nucleo investigativo del Corpo forestale e della Stazione forestale di Dolianova nelle abitazioni di due ‘tombaroli’, un 69enne e un 74enne, sorpresi in località Isca Bardella nelle campagne di Dolianova mentre sondavano il terreno con un potente metal detector.
I due, residenti rispettivamente a Soleminis e Doolinaova, sono stati denunciati per scavo archeologico clandestino, impossessamento e detenzione illegale di reperti archeologici (di proprietà dello Stato), ricettazione e riciclaggio. L’operazione, denominata “Thesaurus”, è scattata nei giorni scorsi. Gli agenti della Forestale si sono appostati in zona e hanno sorpreso i due pensionati mentre effettuavano piccoli scavi.
Perquisendoli hanno trovato frammenti di bronzetti delle dimensioni di alcuni centimetri e alcune lamine in piombo. Hanno esteso l’ispezione alle loro abitazioni trovando dei piccoli ‘musei’ clandestini.
Tra i mille reperti, considerati di straordinario valore storico e scientifico c’erano anche due navicelle nuragiche in bronzo; una collana in osso con vaghi a disco e a botticella di epoca neolitica-eneolitica (VI-III millennio a.C.); un busto di guerriero nuragico in bronzo, armato di pugnale; una figurina umana in bronzo; 550 monete e una decina di anelli di epoca storica, tra i quali spicca un anello in oro a forma di serpente.
Tutto il materiale è stato sequestrato a consegnato alla Soprintendenza. Secondo gli investigatori i tesori dei tombaroli sarebbero stati venduti nel mercato clandestino dei reperti archeologici.