Sei magistrati per oltre 13mila processi. Tempio, avvocati in sciopero a oltranza

Il tribunale di Tempio è al collasso. Le gravi carenze riguardano soprattutto gli organici ridotti all’osso, sia tra magistrati e tra il personale di cancelleria. Per questo gli avvocati hanno deciso di indire uno sciopero dal 23 al 29 di settembre, mentre l’assemblea convocata dal Consiglio dell’Ordine ha decretato l’astensione ad oltranza da tutte le udienze a partire dal 30 settembre.

Le motivazioni della mobilitazione sono elencate in un documento che il presidente della Camera penale, Giovanni Azzena, e quello del Consiglio dell’ordine forense, Carlo Selis, hanno inviato al presidente del tribunale Giuseppe Magliulo, al Csm e al Guardasigilli. “L’attuale organico dei magistrati – si legge – a causa dei continui trasferimenti si è ulteriormente ridotto a sei unità sui tredici previsti. Mancano, per il settore penale, un gip (giudice delle indagini preliminari) ed un gup (giudice dell’udienza preliminare), e per coprire tali assenze sarà spostato un magistrato addetto al settore giudicante, con gravissime ripercussioni sulla funzionalità dell’intero tribunale”.

Gli avvocati mettono in risalto l’altissimo carico di lavoro del tribunale, che per sopravvenienze (nuove iscrizioni di processi penali e civili) risulta essere il terzo ufficio giudiziario dell’Isola, dopo Sassari e Cagliari. L’attuale numero dei processi pendenti somma 13.590 fascicoli, una mole di lavoro impossibile da smaltire con le pochissime risorse umane presenti in tribunale. “La Camera penale – è scritto ancora nel documento degli avvocati – condivide le preoccupazioni da più parti espresse, nonché le sollecitazioni inviate al Ministero ed alla Corte di Appello, volte ad ottenere una rapida copertura degli organici dei magistrati e degli impiegati ma anche a rivendicare un loro potenziamento”.

Gli avvocati sottolineano ancora: “È necessario evidenziare che la Camera penale della Gallura ha più volte sollecitato la razionalizzazione delle udienze penali al fine di consentire a magistrati, impiegati e avvocati di svolgere al meglio la loro funzione migliorando cosi l’efficienza dell’ufficio. Tutte le richieste, compresa quella inoltrata l’11 giugno 2019, sono purtroppo risultate inascoltate, né ha fatto seguito, quantomeno, un costruttivo confronto. Si deve, al riguardo, ribadire che proprio l’alto e ormai incontrollato carico di processi pendenti impone l’adozione di modelli organizzativi improntati alla massima efficienza, quali l’organizzazione razionale delle udienze ed il monitoraggio e la selezione dei processi non solo quantitativo ma anche qualitativo”.

L’ultimo parte del documento riguarda la fase operativa. “La Camera Penale intende dunque manifestare il proprio dissenso rispetto alle sorprendenti e ripetute dichiarazioni attraverso le quali si é sollecitata, seppure subordinatamente alla risoluzione dei problemi che affliggono il tribunale, la chiusura dei nostri uffici giudiziari. Si tratta di affermazioni assolutamente non condivisibili. Appare illogico e contraddittorio prendere atto e affermare da un lato che il tribunale di Tempio Pausania é il terzo per importanza in Sardegna, ma dall’altro, chiederne la chiusura. Gli uffici importanti non si chiudono, ma si potenziano e si fanno funzionare”. Dello stesso tenore i contenuti scritti nel documento firmato dal Consiglio dell’Ordine che ha però usato torni più soft.

G.P.C.

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