Scuola, 300 assunzioni in Sardegna, ma per i sindacati non bastano: “Ogni anno è peggio”

Saranno 301 le assunzioni dei nuovi insegnanti di ruolo in Sardegna, ma per i sindacati ne servirebbero almeno 700 per coprire alcune cattedre e soprattutto i pensionamenti. La ripartizione delle assunzioni vede la provincia di Sassari in testa con 104 docenti, seguita da Cagliari con 101, da Nuoro con 61 e Oristano con 35.

Compressivamente in Italia, secondo il Ministero dell’Istruzione, saranno 11.200 le immissioni nelle varie cattedre. I contratti dovranno esser siglati entro il prossimo 1 settembre per consentire il regolare avvio dell’anno scolastico 2013-2014.

In Sardegna, secondo i primi dati diffusi, verranno assorbiti 101 professori negli istituti secondari di secondo grado e che si spalmeranno nelle varie materie, 58 nelle scuole medie, 57 alle elementari e 32 alle materne. Mentre saranno 51 i docenti di sostegno e due gli educatori.

Ogni anno è peggio – ha sottolineato la Cgil-Flc – mentre nell’anno scolastico 2011-2012 le immissioni in ruolo dei docenti furono 848, e l’anno scorso 2012-2013 furono 546, ora la consistenza delle immissioni relative al personale docente per le scuole sarde di ogni ordine e grado è di appena 301: il 2,7% del totale nazionale, a fronte di 541 posti vacanti e liberi Dunque avviene una copertura di appena il 50% delle necessità. Per il sostegno la copertura è di 51 posti su 99 disponibili. Per gli Ata addirittura si procede con un anno di ritardo e nulla si prevede per il prossimo anno scolastico 2013-2014. Mentre per i Dirigenti scolastici ci sarà l’assunzione di 22 nuovi dirigenti”.

CHI SMETTE DI STUDIARE. Intanto arriva un’altra mazzata, con numeri preoccupanti: in Sardegna la dispersione scolastica continua a crescere, tanto che dal 21 per cento del 2007 si è passato al 25,5 del 2012.

A sollevare l’allarme è la Cisl Scuola, attraverso il segretario regionale Ignazio Ganga. Il quale dice: “Fintanto che la Regione non sosterrà, anche attraverso un progetto speciale su scuola, ricerca e sviluppo, una più decisa politica finalizzata a promuovere il successo scolastico dei nostri giovani, sarà più difficile il rilancio della crescita regionale e della ripresa dell’occupazione”.

Con quel 25,5 per cento vuole dire che nell’Isola la dispersione scolastica è dodici punti sopra la media europea. “I dati attuali – va avanti Ganga – riportano il nostro territorio indietro di molti anni e contribuiscono a generare in tanti giovani sardi l’idea che studiare sia poco utile, lasciandoli alla mercé di un terribile circuito di marginalità”.

Ganga la vede così: “Il rischio è che in Sardegna scuola e formazione smettano di rappresentare quel motore dello sviluppo capace di recuperare i giovani alla partecipazione sociale e alla formazione di professionalità innovative e spesso strettamente connesse alle politiche dello sviluppo locale”.

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